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Cos’è il C.O.R. in un bastone da golf

Per la Rubrica I Consigli dell’Esperto Giuseppe Guttuso chiarisce , per chi non ne fosse ancora a conoscenza, uno dei tanti aspetti tecnici che , pur appartenendo al mondo del golf , non sono di grande familiarità tra gli amateurs : il Coefficente Di Restituzione (COR).

COR è l’acronimo di COefficient of Restitution (COefficiente di Restituzione), termine tecnico che descrive il trasferimento di energia tra due oggetti; Il COR dell’oggetto A è la misurazione della capacità di trasferire energia all’oggetto B quando A e B collidono : in un contesto golfistico l’oggetto A è il bastone da golf e la palla è B. Se un fairway wood o un driver hanno un COR molto alto l’energia persa all’impatto sarà minore rispetto ad un bastone con COR più basso.

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Golf 2023 : anno nuovo Regole nuove.

Anno nuovo e Regole nuove. Dal primo gennaio, per la prima volta dopo il grande cambiamento del 2019 , vengono modificate alcune regole di gioco che abbiamo elencato di seguito. I cambiamenti ovviamente non riguardano ciò che caratterizza questo bellissimo sport : lo Spirito del Gioco.

Regola 1.3c (comma 4) Applicare le Penalità ad Infrazioni Multiple delle Regole

Un giocatore che infrange molteplici regole (per es. due regole) riceve molteplici penalità (nell’esempio due penalità) solo se l’infrazione multipla (nell’esempio la seconda infrazione) avviene solo dopo un evento intercorrente. Un evento intercorrente è: il completamento di un colpo o essere consapevoli di aver infranto una regola (ad es. dopo la prima infrazione gli viene detto che ha infranto una regola, oppure è lui stesso consapevole o teme di aver infranto una regola). Viceversa se nell’esempio le due infrazioni si susseguono senza il verificarsi di questo evento intercorrente, verrà applicata solo una penalità alle due infrazioni.

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Score Differential su gara Stableford a 9 buche

Diverse sono le curiosità e gli elementi che riguardano il tema di come si calcola lo Score su una gara Stableford a 9 buche. L’articolo che segue illustra i meccanismi del funzionamento secondo le due diverse metodologie applicate da USGA e R&A. ( Un grazie all’autore Paolo Calicchia ).

A partire da quest’anno avremmo dovuto avere un unico sistema mondiale che definiva le regole del Handicap System, ed è sicuramente così almeno per i contenuti più rilevanti. Ci sono poi però delle differenze ed il calcolo dello Score Differential (SD) su una gara a 9 buche ne è l’esempio. Lo SD ricordiamo che è il valore che viene considerato per fare la media dei migliori 8 risultati delle ultime 20 gare per calcolare il nuovo hcp del giocatore.
Il gioco del golf a livello mondiale è gestito dall’USGA basato a Liberty Corner, New Jersey e dalla R&A, basata a St Andrews in Scozia. La prima è responsabile di amministrare le Regole del Golf negli Stati Uniti e in Messico mentre la seconda, in accordo con i suoi affiliati, ha la stessa responsabilità per il resto del mondo. Da questa premessa nascono le differenze.

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Secondo la USGA
Il metodo di calcolo sulle 9 buche è basato, analogamente a quanto avviene sulle 18 ,  utilizzando i colpi effettuati su 9 buche plafonati al doppio boogey netto (9-hole adjusted gross score), lo Slope Rating (SR) ed il Corse Rate (CR) delle 9 buche ed applicando una correzione di 0,5 moltiplicato per il PCC (playing condition calculation). Lo USGA prescrive un metodo di calcolo dell’hcp su 9 buche tale per cui un risultato ottenuto su una gara a 9 buche debba venir aggregato con un secondo risultato ottenuto su una gara a nove buche successiva ed i due SD aggregati danno il risultato finale su 18 buche. Fino a quando il secondo risultato non viene registrato dal giocatore, lo Score Differential (SD) calcolato sulla prima gara a 9 buche rimane ‘non considerato’. Se un risultato su 9 buche infine diventa più ‘vecchio’ degli ultimi 20 risultati utili fatti registrare dal giocatore, viene semplicemente scartato e non entrerà più nel computo dell’hcp.
Il criterio è sempre lo stesso, calcolare il più realisticamente possibile le capacità di un giocatore.

ScoreD. = (113÷9hole slope rating) x (9hole adjusted gross score-9hole course rating (0,05 x PCC adjustment))

Per il calcolo dello SD su 9 buche la formula pertanto è la seguente:

Per un riferimento su tale sistema si può consultare il link:
https://www.usga.org/handicapping/roh/2020-rules-of-handicapping.html.
Questo è quanto viene fatto in USA ed in Messico, mentre diversamente in Europa l’R&A ha deciso di applicare un sistema forse più immediato da applicare ma, a mio parere, meno rispondente al principio di calcolare la capacità di un giocatore in maniera realistica anche su gare a 9 buche.

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Golf : evoluzione dei ferri e legni.

Gli esperti sono concordi nel dire che all’inizio, quando il gioco era qualcosa di non ben definito ed era lasciato all’inventiva dei singoli , le mazze ( o “ stecche di legno “ nel caso olandese) fossero non ancora standardizzate e la loro realizzazione fosse riferita perlopiù alla abilità manuale e alla fantasia dei singoli giocatori che le ricavavano dal legno. Successivamente, grazie all’intervento di qualche volonteroso artigiano, la costruzione delle mazze da golf fu più “professionale” ; infatti una delle prime testimonianze che le cose stavano andando in quella direzione la si desume da un famoso documento che è l’ordine fatto in questo senso ad un “ archettaio” dell’epoca da parte di Giacomo IV re di Scozia e risalente intorno al 1500. E’ certo che i manufatti realizzati furono decisamente di gradimento del sovrano , che già praticava con impegno questo sport, tanto che lo stesso concesse a fine lavoro all’artigiano che si prodigò  ( William Mayne ) di fregiarsi del titolo di Royal Club Maker “ . Le serie di “ longnoses ” realizzate all’epoca prevedevano già differenziazioni nella forma e nella lunghezza in funzione del tipo di colpo necessario  : i “ fairway club “ o “ grassed drivers “ per il gioco di medio raggio su fairway o rough, gli “ spoons ” per tiri brevi di approccio alla buca , i “ niblicks ” e i put definiti con “ cleek “. Tutti costruiti interamente in legno con shaft di frassino o nocciola e le teste ricavate invece da legni più duri come meli, agrifogli o faggi.

Le mazze da golf continuarono per moltissimi anni ad essere realizzate esclusivamente tutte in legno ( testa e shaft ) da artigiani specializzati in questa tecnica nonostante che già nel 1618 , con l’introduzione delle palline da golf “piuma” ( così chiamate perché l’esterno di pelle era riempito con le piume dei pennuti ) , fosse già conosciuta la lavorazione del ferro. In quelle condizioni di gioco ovviamente le rotture ed il degrado delle teste e degli shaft erano frequenti e tali da far lievitare notevolmente i costi di gestione di quello sport primordiale; motivo quest’ultimo che contribuì in modo significativo a restringere la diffusione del golf tra le classi dei più benestanti. Continua a leggere