Archivi categoria: Storia del golf

Golf Book : il Golf nel Medioevo

La storia del golf offre spesso testimonianze che ci sorprendono per la loro attualità e che nel contempo ci aiutano a capire l’ambiente socio-culturale che le ha ospitate nonché la longevità di questo bellissimo sport. Recentemente ho avuto infatti modo di visionare alcune immagini riprodotte su un antico manoscritto del tardo medioevo ( 1540) , il cosiddetto Golf Book – uno dei tanti “ Libro d’ Ore “ contenenti devozionali cristiani scritti perlopiù in latino e diffusi nel Medioevo – che è consultabile peraltro presso la British Library.

Il contenuto di tali manoscritti era spesso composto da una parte destinata a salmi e preghiere e da un’altra contenente la serie dei dodici mesi con altrettante miniature accompagnate solitamente dal relativo calendario arricchito da disegni e commenti riferiti a segni zodiacali, svaghi dell’epoca o attività contadine stagionali e tipiche del mese che le includeva ; insomma a dirla semplice una specie di antesignana pubblicazione degli attuali e laici Almanacchi , trasformatisi nei secoli parallelamente alle evoluzioni socio-culturali che si sono succedete.

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Golf : evoluzione dei ferri e legni.

Gli esperti sono concordi nel dire che all’inizio, quando il gioco era qualcosa di non ben definito ed era lasciato all’inventiva dei singoli , le mazze ( o “ stecche di legno “ nel caso olandese) fossero non ancora standardizzate e la loro realizzazione fosse riferita perlopiù alla abilità manuale e alla fantasia dei singoli giocatori che le ricavavano dal legno. Successivamente, grazie all’intervento di qualche volonteroso artigiano, la costruzione delle mazze da golf fu più “professionale” ; infatti una delle prime testimonianze che le cose stavano andando in quella direzione la si desume da un famoso documento che è l’ordine fatto in questo senso ad un “ archettaio” dell’epoca da parte di Giacomo IV re di Scozia e risalente intorno al 1500. E’ certo che i manufatti realizzati furono decisamente di gradimento del sovrano , che già praticava con impegno questo sport, tanto che lo stesso concesse a fine lavoro all’artigiano che si prodigò  ( William Mayne ) di fregiarsi del titolo di Royal Club Maker “ . Le serie di “ longnoses ” realizzate all’epoca prevedevano già differenziazioni nella forma e nella lunghezza in funzione del tipo di colpo necessario  : i “ fairway club “ o “ grassed drivers “ per il gioco di medio raggio su fairway o rough, gli “ spoons ” per tiri brevi di approccio alla buca , i “ niblicks ” e i put definiti con “ cleek “. Tutti costruiti interamente in legno con shaft di frassino o nocciola e le teste ricavate invece da legni più duri come meli, agrifogli o faggi.

Le mazze da golf continuarono per moltissimi anni ad essere realizzate esclusivamente tutte in legno ( testa e shaft ) da artigiani specializzati in questa tecnica nonostante che già nel 1618 , con l’introduzione delle palline da golf “piuma” ( così chiamate perché l’esterno di pelle era riempito con le piume dei pennuti ) , fosse già conosciuta la lavorazione del ferro. In quelle condizioni di gioco ovviamente le rotture ed il degrado delle teste e degli shaft erano frequenti e tali da far lievitare notevolmente i costi di gestione di quello sport primordiale; motivo quest’ultimo che contribuì in modo significativo a restringere la diffusione del golf tra le classi dei più benestanti. Continua a leggere

Evoluzione delle Palline da Golf

La letteratura disponibile formula molte teorie sull’origine del golf e sull’evoluzione delle attrezzature e delle regole che disciplinano questo sport. Nell’articolo precedente ( Le origini del golf : il gioco, pubblicato su questo blog)  abbiamo cercato di sfoltire le numerose teorie esistenti dando credito solo a quelle che,sostituzione_pallina_da_golf secondo la logica e l’evolversi dei fatti, risultano essere le più  credibili ed accettate  dagli storici esperti in materia. Studiare la storia del golf – per chi lo pratica e ne condivide le gioie ed  i dolori – è utile per meglio afferrarne lo spirito ed aumentare le proprie conoscenze tecniche, ” La istoria è la maestra delle nostre azioni ” diceva Machiavelli, certamente non riferendosi al golf ma all’evoluzione del genere umano, includendo in tal modo anche il divenire dei costumi e delle abitudini che hanno accompagnato la trasformazione e la crescita della società umana. Ed il gioco del golf è sicuramente uno dei tanti figli nati dall’evoluzione dei costumi e delle abitudini praticate a partire dal XV secolo in poi. Le testimonianze storiche più accreditate datano infatti a quel secolo la nascita delle prime mazze con le quali si percuoteva una pallina di legno per farla rotolare lungo un percorso sino a destinazione : c’è chi sostiene che la destinazione fosse una buca, altri che il punto d’arrivo era  il sagrato di una chiesa oppure…chi più ne ha più ne metta!

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Nascita e sviluppo del golf femminile

I primi club golfistici femminili furono costituiti nella seconda metà del XIX secolo: allora il golf era praticato dalle signore nella forma ridotta del semplice ‘pitch-and-putt’. Le gonne, lunghe e voluminose, erano fissate appena sopra la caviglia per mezzo di cinturini elastici: un siffatto modo di presentarsi e di vestire, così decoroso e castigato, durò solo al 1893, data di fondazione della Ladie’s Golf Union. Animatrice di questo nuovo gruppo fu Issette Pearson, segretaria dell’associazione, che si piazzò al secondo posto dopo Lady Margaret Scott nel primo campionato Amateur britannico femminile del 1893.
Donne alla riscossa
Nello stesso anno i soci del nuovo Shinnecock Hills Club di New York costruirono un campo separato di nove buche per le mogli. Nel 1894, un gruppo di giocatrici di golf fondò un club a Morristown, New Jersey, con un campo di sette buche. Alle donne americane bastarono pochi anni per raggiungere il livello delle colleghe britanniche.
La prima superstar del golf femminile britannico fu Cecil Leitch, che entrò nelle semifinali dell’Amateur femminile britannico del 1908 all’età di soli 17 anni. Dopo il 1914 la giocatrice conquistò 12 titoli in tornei femminili svoltisi in Gran Bretagna, Francia e Canada. Dotata di uno ‘swing’ robusto e piatto, Cecil Leitch dominò la scena del golf femminile fino a quando Joyce Wethered ne prese il posto. La Wethered (che praticava un gioco tecnicamente più poliedrico, stilizzato e delegante) riuscì a conquistare ben 8 titoli nell’arco di quattro anni, prima di ritirarsi dai campi da gioco nel 1925. La sua ultima vittoria è del 1929, quando (rientrata momentaneamente in lizza) vince a St Andrews l’Amateur femminile britannico per la quarta volta.

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