La letteratura disponibile formula molte teorie sull’origine del golf e sull’evoluzione delle attrezzature e delle regole che disciplinano questo sport. Nell’articolo precedente ( Le origini del golf : il gioco, pubblicato su questo blog) abbiamo cercato di sfoltire le numerose teorie esistenti dando credito solo a quelle che,
secondo la logica e l’evolversi dei fatti, risultano essere le più credibili ed accettate dagli storici esperti in materia. Studiare la storia del golf – per chi lo pratica e ne condivide le gioie ed i dolori – è utile per meglio afferrarne lo spirito ed aumentare le proprie conoscenze tecniche, ” La istoria è la maestra delle nostre azioni ” diceva Machiavelli, certamente non riferendosi al golf ma all’evoluzione del genere umano, includendo in tal modo anche il divenire dei costumi e delle abitudini che hanno accompagnato la trasformazione e la crescita della società umana. Ed il gioco del golf è sicuramente uno dei tanti figli nati dall’evoluzione dei costumi e delle abitudini praticate a partire dal XV secolo in poi. Le testimonianze storiche più accreditate datano infatti a quel secolo la nascita delle prime mazze con le quali si percuoteva una pallina di legno per farla rotolare lungo un percorso sino a destinazione : c’è chi sostiene che la destinazione fosse una buca, altri che il punto d’arrivo era il sagrato di una chiesa oppure…chi più ne ha più ne metta!
Di certo la pallina era di dimensioni variabili ( non molto lontane però dalle attuali ) ma non ancora standardizzate, era fatta di un legno molto duro ricavato solitamente dal faggio o dal bosso. Il materiale usato per quelle palline ben si adattava al gioco del periodo che non conosceva né la varietà dei tipi di bastoni e tanto meno il disegno di percorsi molto articolati ; se ne deduce ovviamente che le tecniche di gioco fossero inesistenti o – quando presenti – piuttosto rudimentali. E’ solo verso la fine del sec. XV che la pallina deve soddisfare un domanda di gioco più sofisticato che prevede diversi tipi di bastoni e percorsi più vari e graditi alla ” high class ” che in quel periodo era la quasi la sola a godere di quello svago. Nasce così la pallina di pelle riempita con piume d’oca o pollo (o altro pennuto) che vengono prima bollite e quindi pressate in un piccolo sacchetto fatto di spicchi di pelle cuciti tra loro con punti molto stretti, lavorati poi da esperti artigiani che ne garantivano la necessaria sfericità. Ovviamente il tutto aveva costi molto alti dovuti sia alle lavorazioni ( pochi artigiani erano specializzati in questa attività) che al continuo ricambio di palline, dovuto al manufatto che non era in grado di resistere per molto tempo alle percosse dei bastoni. Ed è proprio in quel periodo che nasce la figura del Caddy, impiegato soprattutto nella ricerca e recupero di quelle costose palline lungo il percorso.
Ma la vera svolta avviene nel 1848 ad opera di Robert Adam Paterson che inventò la pallina fatta di Gutta -Percha (Guttie), un lattice ricavato da un albero della Malesia. Questa sostanza – una volta riscaldata e ammorbidita – poteva essere arrotondata e portata a dimensione con maggiore facilità offrendo altresì la possibilità di una ricostruzione della superficie sferica quando questa veniva danneggiata dai colpi ricevuti durante il gioco. L’adozione di queste palline favorì la maggiore diffusione del gioco grazie all’abbassamento dei costi di produzione ed all’evoluzione qualitativa del gioco dovuta sia alle nuove palline che all’introduzione di nuovi bastoni .
( La figura mostra l’evoluzione delle palline da golf : Wood Ball (in legno), Featherie Ball (di piume rivestite in pelle, Gutta-Perche, Haskell.)
Per circa 50 anni non si verificarono cambiamenti e fu solo agli inizi del 1900 che la pallina da golf approdò ad una composizione fatta da un filo di cauciù molto lungo ed arrotolato su un nucleo di materiale solido ricoperto poi da un rivestimento Balata : la pallina Haskell ( così chiamata dal nome dell’inventore Coburn Haskell ). Le prime produzioni di palline ricoperte in Balata furono avviate da Spalding nel 1903. Queste vennero poi lavorate in vari modi sulla superficie per adattarsi alle diverse tecniche di gioco. E proprio nel 1930 la British Golf Assoc. fissò la standardizzazione della pallina da golf seguita, nel 1932, dalla United States Golf Assoc. definendo le seguenti misure come standard : peso max 45,93 gr, diametro non infer. a 42,67 mm, velocità max 76,2 mt. al secondo.
Attualmente le palline si differenziano tra loro sia per il materiale del rivestimento che per la composizione e la compressione dell’interno (palle in due, tre pezzi, palle multistrato, nuclei liquidi, nuclei in titanio, schiume, ecc.) e per la tipologia dei dimples (fossette circolari) che costellano lo strato esterno. Le diverse composizioni dei materiali impiegati le tecniche costruttive si sono evolute soprattutto per soddisfare le tecniche di gioco divenute sempre più sofisticate anche nelle categorie amatoriali. Per semplificare diciamo che tali caratteristiche rispondono meglio alle qualità di gioco espresse in campo : i giocatori migliori preferiscono palle più morbide e con maggiore rotazione, esse offrono una maggiore manovrabilità nei colpi in prossimità del green; mentre i principianti preferiscono palle più dure che teoricamente dovrebbero ridurre le possibilità di errore nei colpi lunghi e consentire distanze maggiori.
Per dare una visione aggiornata sulle tecniche costruttive impiegate nei giorni nostri Vi invitiamo a vedere il filmato pubblicato da Youtube . Buona visione.
…. Sergio A. Fabbri ( per ilmiogiocodelgolf ) ….
Pingback: Golf : evoluzione dei ferri e legni. | Ilmiogiocodelgolf