Volontari , che passione..

Spesso sentiamo parlare dei Volontari che prestano servizio all’Open d’Italia di golf senza conoscere però il loro ruolo “fondamentale” per garantire il successo della manifestazione; abbiamo allora chiesto ad un “collaudato” volontario dell’Open d’Italia ( Paolo Calicchia ) di renderci partecipi della loro attività. Ecco cosa ci ha scritto.

Il 79° Open D’Italia di golf anche quest’anno si è svolto sul bellissimo campo del Marco Simone dal 15 al 18 settembre ed ha visto la partecipazione di 155 giocatori con una qualificata presenza di golfisti di altissimo livello quali Rory, Matt e Victor oltre ovviamente ai nostri Francesco , Guido e Filippo. La gara è stato un successo dovuto alla presenza di un pubblico disciplinato e numeroso, ma soprattutto grazie alla partecipazione straordinaria di circa 300 volontari e tra questi alcuni di assoluto rilievo quali Stefano, Omar e Michele, ma, a differenza dei giocatori la loro partecipazione all’open d’Italia è aperta anche alle donne e tra queste ci sono quest’anno personalità di spicco come Enrica, Rossana e Luciana.

Diciamolo pure, non si può dire Open senza i Volontari e le Volontarie che si dannano per una settimana per far sì che tutto fili liscio e che i giocatori possano giocare al meglio la loro gara. Voglio quindi mettere in chiaro quanto il ruolo dei volontari non è affatto secondario per garantire il successo della manifestazione ! Lavorano incessantemente dall’alba al tramonto sin dai giorni di prova campo e della ProAm che precedono la gara andando in campo pratica con i pro e raccogliendo, separando e lavando migliaia di palline per farle arrivare prontamente ai giocatori che inesorabilmente le scagliano il più lontano possibile nel driving range.

Poi ci sono tutti i ruoli che i volonatari svolgono per consentire al pubblico di godere al meglio lo spettacolo: ci sono i carry board, che seguono buca dopo buca uno specifico team di giocatori e portano a spasso il cartello con il risultato del team che stanno seguendo aggiornandolo dopo ogni buca e per tutte le 18 buche del campo; ci sono gli addetti ai tabelloni del punteggio dei leaders distribuiti lungo il campo ed al tabellone centrale con i punteggi da aggiornare durante la gara per tutti i giocatori. ed altri infine destinati all’operatività del team che effettua le riprese televisive, operatività che per alcuni significa fare sollevamento pesi, altri guidano, altri fanno gli ‘spotters’ al servizio della regia televisiva e dei cameramen che riprendono il gioco, ed a tutti ovviamente è richiesto un un inglese fluente.

Non meno importante è infine il team di chi coordina questa massa di appassionati golfisti, ma anche di semplici affezionati, che si dannano per una settimana lungo il percorso dell’Open, insomma tutti i Volontari e le Volontarie ( con V maiuscola ) si danno un gran da fare macinando tanti chilometri a piedi e rendendo così possibile lo svolgimento della gara e dello spettacolo nel modo migliore . La domanda che il lettore si sta facendo probabilmente è : ma allora è solo lacrime e sangue ? Beh, la risposta è che dopo tanto impegno c’è il ‘dulcis in fundo’ ! Infatti il lunedì successivo il termine della gara, quando professionisti e codazzo al seguito se ne sono andati , è la volta dei volontari a scendere in campo! Sullo stesso campo di gara dell’Open, con le buche nella stessa posizione dell’ultima giornata di gara, con lo stesso fairway e lo stesso rough, sono i Volontari a cimentarsi in una gara di golf. Insomma, giocano la stessa gara con la sola differenza che partono dai tee a misura di amateur !

Note di colore

Anche quest’anno tra i volontari è sceso in campo Much Mair, campione di sci e oggi allenatore della squadra di discesa femminile e golfista di tutto rispetto con un handicap Index di 7, tra parentesi ha vinto anche la gara dei volontari. Facendo il volontario, poi, può capitare lungo il percorso anche di essere salutato e di scambiare due commenti con personaggi famosi del mondo del golf e dello sport quali ad esempio il presidente della federazione Franco Chimenti, o Lavinia Biagiotti padrona di casa, o Gian Paolo Montali direttore del progetto Ryder Cup 2022., di conoscere la simpatica mamma di Filippo Celli , di scambiare commenti tecnici con il pubblico o addirittura di trovare a Matt Fitzpatrick la pallina del suo ultimo colpo dal tee di partenza della buca 18 nello spareggio con Robert McIntyre . Una cosa è certa che il ruolo consente anche di godersi lo spettacolo, silenziosamente ed in modo composto e soprattutto di divertirsi seguendo una tra le gare più importanti a livello europeo dello sport più bello del mondo.

Arrivederci all’Open d’Italia dell’anno prossimo, che si disputerà sempre al Marco Simone, e soprattutto alla Ryder Cup 2023 ancora al Marco Simone, dove i Volontari, già selezionati dalla Ryder, saranno addirittura 1500 in previsione della massiccia partecipazione di pubblico!