E’ fatta, la Ryder cup 2018 sta per iniziare. I due capitani – Jim Furyk per gli USA e Thomas Bjørn per l’Europa – hanno infatti selezionato e formato i rispettivi team di giocatori stellari che si
affronteranno sul percorso del Le Golf National di Saint-Quentin-en-Yvelines ( un sobborgo di Parigi ) dal 28 al 30 settembre per aggiudicarsi la 42a edizione di questo prestigioso ed unico trofeo di golf a livello mondiale. Si tratta infatti di una sfida in essere dal 1927 , con cadenza biennale, che inizialmente prevedeva il coinvolgimento di soli due contendenti quali erano appunto Stati Uniti e Gran Bretagna, ma che dal 1979 si è allargata anche agli altri paesi europei . Una delle regole della competizione prevede che i campi di gioco si alternino tra i due continenti ad ogni edizione ; a conferma di ciò la prossima gara del 2020 si terrà negli USA a Whistling Straits, Kohler (Wisconsin) mentre quella successiva del 2022 è già stabilito che verrà ospitata in Italia, sul campo del Marco Simone Golf di Guidonia Montecelio ( Roma ). Continua a leggere
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The Masters : il pompiere e la favola
Ci sono avvenimenti che talvolta ci riportano alla dimensione di una favola : bella, semplice e piacevole. Già , ci sono avvenimenti talmente straordinari che per essere raccontati con la giusta enfasi dovrebbero necessariamente iniziare con : “ C’era una volta..” Ed anche il raccontare ciò che è accaduto quest’anno ad uno dei più prestigiosi tornei di golf mondiale quale è l‘Augusta Masters , che annualmente si disputa negli Stati Uniti dal 5 al 8 Aprile su uno dei campi più belli ed impegnativi ( l’ Augusta National Golf Club – Georgia) esistenti al mondo, dovrebbe rispettare questa tradizione . Inizieremo quindi questo breve racconto così : C’era una volta un giovane ragazzo che si chiamava Matt Parziale ed aveva una grande passione per il gioco golf nel quale riusciva piuttosto benino. Dopo gli studi superiori conclusi con successo, Matt ha voluto però continuare l’attività del padre lavorando come pompiere nei vigili del fuoco della sua città : Brockton nel Massachusetts. Un lavoro che, a quanto risulta, lo tiene molto impegnato e lo costringe a turni di servizio ininterrotti di 12 e 24 ore presso una delle compagnie più pressate su questo fronte a livello nazionale. Continua a leggere
Phil Mickelson : la classe di un campione intramontabile.
Phil Mickelson, il grande e famoso campione di golf californiano ( San Diego ) che tra pochi mesi spegnerà 48 candeline , si è aggiudicato – lo scorso 4 marzo – sul campo del Club de Golf Chapultepec ( uno storico par 71 di Città del Messico ) il primo dei 4 tornei che compongono il mini circuito mondiale del World Golf Championships.
A confermare che è stata una gara molto tirata per il grande “ Lefty “ ( nickname dovuto al suo essere mancino ) il fatto che l’ha vinta alla prima buca del playoff e contro un grandissimo campione, molto più giovane , quale è il suo connazionale Justin Thomas che occupa il secondo posto del ranking mondiale. Lefty ha condotto l’ultimo giro con sette birdie e due bogey (66, -5) mentre Thomas si è qualificato per il playoff grazie a un eagle realizzato da distanza impossibile alla buca 18. Alla prima buca di spareggio però Justin Thomas ha mancato il green, forse appagato dal fatto che la settimana precedente aveva vinto l’Honda Classic , una tra le più importanti tappe del PGA Tour. Continua a leggere
Genesis Open 2018 : vince, tra le lacrime, un grande Bubba Watson
Bubba Watson ha vinto l’importante tappa del Genesis Open a calendario del PGA Tour dal 15 al 18 Febbraio sul percorso del Riviera Country Club di Pacific Palisades ( Los Angeles, California ) , un par 71 con difficoltà incredibili offerte ai giocatori sia dal tracciato del campo che dai green la cui ‘ lettura ‘ era pressoché impossibile. Ha realizzato il punteggio da primato di 272 colpi nei 4 giri (68 70 65 69, -12) giocando in modo perfetto e secondo il suo standard migliore. Ho seguito a tratti le giornate precedenti ma ho invece gustato per intero la giornata finale in quanto trasmessa da Sky. Il percorso ha impegnato i campioni con colpi che per un appassionato di golf possono solo suscitare entusiasmo ed ammirazione, così come gli aspetti umani dei grandi giocatori in campo che , particolarmente in gare così impegnative, vengono posti in grande evidenza. Una conferma a ciò la si è avuta dall’improvviso pianto di Bubba Watson quando, dopo aver fatto l’ultimo path con il quale si è aggiudicato il trofeo, ha abbracciato il proprio caddie e si è lasciato andare alle lacrime in modo irrefrenabile. I motivi di tale comportamento , secondo il parere degli esperti che hanno commentato la prestazione, sono due : il primo – facile ed intuibile – nasce dal fatto che il 39enne giocatore di Bagdad (Florida) aveva accumulato una tensione altissima per tutti i 4 giorni di una gara giocata con una concentrazione unica contro grandissimi campioni, mentre il secondo ( per me più significativo del precedente ) è stato quello di essere uscito da un tunnel imboccato alcuni anni fa e che lo aveva portato ad essere quasi dimenticato dal mondo dei grandi professionisti di golf. Infatti dal 2014 Bubba non aveva più vinto alcuna gara di rilievo ed era caduto in una depressione che gli aveva fatto valutare seriamente – per sua stessa ammissione – la possibilità di smetterla con il golf ed ‘ appendere ‘ le scarpe al chiodo; e tutto ciò nonostante un palmares invidiabile : due Masters ( 2012 e 2014 ), le partecipazioni con la squadra statunitense alla Ryder cup nel 2010, 2012 e 2014, e non ultimo la conquista di ben 10 titoli nel PGA Tour. Continua a leggere

