Le polemiche che hanno sollevato dubbi e critiche da parte di non pochi appartenenti ( giocatori e non ) al mondo del golf sul recente DPCM trovano , a nostro modo di vedere, un largo e giustificato consenso che vorremmo sottolineare e portare all’attenzione dei più distratti e degli organi competenti. Per aiutarci a capire meglio il tema faremo la sintesi della limitazione imposta a tutti i giocatori di golf : il nuovo decreto prevede infatti che l’attività golfistica nelle zone a rischio resti interdetta a tutti per non favorire i contagi e quindi la diffusione del virus. A tale limitazione fanno però eccezione tutti quei giocatori che hanno un hcp inferiore a 18,4 e che , essendo in possesso di un certificato medico sportivo , vogliano allenarsi per partecipare ad una delle gare di interesse nazionale riconosciute dal CONI e pubblicate sul sito dalla Federazione Italiana Golf. Glissiamo sul certificato medico sportivo che non pare, per chi ha una salute senza significativi acciacchi, rappresenti un ostacolo di difficile superamento, mentre ci incuriosisce la barriera posta a frequentare un campo da golf relativamente all’ handicap , cosa quest’ultima che pur avendo una sua logica solleva alcune perplessità a chi conosce il mondo degli handicap riferito agli amateurs del nostro bel Paese . Premesso infatti che la maggior parte dei giocatori amateurs in attività onorano con i loro comportamenti sul campo la filosofia e lo spirito del gioco non possiamo però ignorare gli altri ( pochi per fortuna ) che vantano un hcp di 18,4 ( o inferiore ) ottenuto più dalle generose interpretazioni delle proprie performances di gioco che dal reale livello raggiunto. Ma veniamo ad alcune riflessioni, esposte di seguito per titoli, che sappiamo essere condivise non solo da noi
Handicap e gare di interesse nazionale
Insomma , se hai 18,4 o inferiore puoi giocare quanto vuoi, diversamente no ! Beh, questo veto – alla luce di quanto appena detto – diventa difficile da capire specie per chi ha magari raggiunto un 18,5 o 18,6 o poco oltre, e lo ha conquistato sudando le famose sette camice . Oltre a ciò va detto che non ci risulta alcuna obbligatorietà di dimostrare l’iscrizione ad una delle gare a calendario della Federazioni prima di accedere ad un campo per ” allenarsi ” ma , ove fosse richiesto, ci si può iscrivere – per esempio – ad una gara a calendario tra un mese ( che potrà essere poi tranquillamente disdetta ) ed iniziare gli “allenamenti ” secondo la tabella di marcia più gradita all’interessato . Queste considerazioni non si riferiscono a tutti quei giocatori che, rientrando meritoriamente nei parametri di hcp richiesto, possono praticare il golf anche in tempi come questo , ma vogliono invece porre in evidenza una situazione che , almeno per questi aspetti, lascia alquanto perplessi circa le disparità di accesso ad un campo da golf .
Infatti, se non si trattasse di uno tra gli sport più sicuri e democratici esistenti al mondo, l’incongruenza della linea dell’hcp non inviterebbe a riflessioni negative e malumori tra gli esclusi, soprattutto se gli elementi e le arene che contraddistinguono ed ospitano i praticanti di questo meraviglioso sport non fossero le stesse per ogni tipo di giocatore indipendentemente dal proprio handicap. Quindi il giocare sul tal campo con un hcp 18.4 non può essere diverso, in termini di rischio per la pandemia, da un altro giocatore che ha un hcp di 30 e gioca sullo stesso campo e nelle medesime condizioni.
Il pericolo di diffusione del contagio nel golf.
E’ pericoloso – in termini di diffusione della pandemia – fare una passeggiata in un parco senza assembramenti e con il dovuto distanziamento e rispettando le regole tra



coloro che vi prendono parte ( da 1 a massimo 4 ) ? Rappresenta una minaccia per gli altri portare a termine questa passeggiata tirando ed inseguendo la nostra pallina da golf tra il verde e gli anfratti di un campo da golf in assoluta solitudine e sicurezza ? Ci viene spontaneo dire che la risposta a tali domande è superflua soprattutto se si considera l’ambiente naturale che ospita un giocatore di golf ed il fatto che nessuno altro , al di di fuori dei praticanti , può avere accesso all’entrata in campo. Se a ciò aggiungiamo poi che tutti i Circoli da tempo si sono adeguati ed attrezzati in funzione delle norme anti-pandemia emesse dalla Federazione ( chiusura spogliatoi e docce, limitazioni e norme di sicurezza per gli eventuali accessi al bar del circolo, gestione delle attrezzature in campo, etc.) ne consegue che “ l’ambiente “ che ospita un campo da golf si qualifica come uno tra posti più sicuri esistenti al mondo.
La salute dei praticanti amateurs
Dall’ultimo Golf Partecipation Report for Europe di KPMG, pubblicato lo scorso anno in Italia, gli iscritti o tesserati alla Federazione Italia Golf risultano intorno ai 92.000. Ma di questo totale sono certamente un numero minore coloro che praticano con assiduità il gioco del golf e tale minoranza si riduce ancora sensibilmente se consideriamo solo quelli con un hcp inferiori a 18,4 ; la maggior parte dei tesserati amateurs in attività è infatti costituita da giocatori senior che – indipendentemente dal proprio handicap – gioca a golf per mantenere in forma il proprio fisico e lo stato di salute mentale. Lunghe camminate immersi nel verde e nel silenzio, con la volontà e l’obiettivo ogni volta di superare se stessi in termini di risultati conseguiti sono caratteristiche comuni e ricercate da tutti gli amateurs di questo straordinario gioco che, proprio per questo, ti sa regalare – specie se non sei più giovanissimo – un benessere psico-fisico difficilmente riscontrabile in altre discipline, altro che correre il rischio di diventare un anello di contagio della pandemia ! Un tale pericolo lo si corre invece nei supermercati o sfiorando gli assembramenti che inevitabilmente stazionano nelle vie delle nostre città , non certamente su un campo da golf dove si contano sulle dita di una mano le presenze che si muovono peraltro a distanze più che di sicurezza. Ecco, anche per questi motivi, riservare la pratica di questo sport soltanto a chi ha i requisiti di un buon handicap rappresenta – secondo noi – un trattamento di indubbia disparità . La salute è un bene prezioso che certamente non dobbiamo mettere a rischio ma, nella pratica del golf dei giorni nostri , non ci stancheremo mai di dire che grazie anche alle nuove norme comportamentali emesse dagli organi competenti non ci sono rischi in alcun modo. Di contro non è difficile pensare che aumenteranno invece , per i moltissimi amateurs bloccati da questo DPCM, i disturbi derivati da una inattività psico-fisica che si sta protraendo oltre ogni limite e che sta peggiorando le aspettative di vita e la salute di una larga fascia di giocatori “senior”. Ecco, proprio per costoro ed evitare che la loro forzata e lunga inattività possa danneggiarli , ci sentiamo di suggerire al CONI ed alla FIG – parafrasando il titolo di un famoso film – “salvate il giocatore amateurs di golf ! “
…. Sergio A. Fabbri ( per ilmiogiocodelgolf ) ….
Chiaro, semplice, lineare , incontrovertibile, oggettivo, e ( ormai acclarato) per questo, nel nostro paese , NON PUÒ E NON DEVE “funzionare “. In quanti e per quanto tempo si saranno spremuti le meningi per “EMETTERE SIFFATTA ARTICOLATA DISCRIMINATORIA COMPLICAZIONE”?.
Per quanto altro abbia a cui pensare , non possiamo ignorare che Draghi sia un golfista, …..spero abbia un hcp maggiore di 18,4.
Ma le parole “stanno a ZERO”, in concreto, come possiamo rimediare ?
P.S.: gli hcp maggiori di 18,4 riceveranno dallo “STATO” il proporzionale rimborso iscrizione annuale campo , CONSIDERATO che gli hcp minori di 18,4 possono liberamente frequentare gli stessi percorsi proibiti ai colleghi maggiori di hcp 18,4?
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