Proprio di questi tempi 50 anni fa ( il 6 Febbraio 1971 ) l’astronauta Alan Shepard giocò a golf sulla luna. Era un sabato e, dopo l’allunaggio della missione Apollo 14, il comandante della spedizione tirò i famosi 4 colpi di golf sulla luna utilizzando un ferro 6 che aveva nascosto nella capsula spaziale. Il ferro aveva una testa attaccata ad uno shaft che era di teflon retrattile e che veniva utilizzato anche come dispositivo per raccogliere campioni di suolo lunare. Le cronache dicono che nonostante l’ingombrante tuta spaziale che condizionava i suoi movimenti ed il fatto che potesse usare la sola mano destra riuscì a colpire in modo decente la pallina con il quarto colpo : i primi due sollevarono soltanto la polvere della superficie lunare, il terzo colpi il suo stinco mentre il quarto dimostrò con chiarezza come incidevano le condizioni di assenza di gravità sulla traiettoria e la distanza percorse; lo storico dello spazio Robert Pearlman ha infatti riferito che la palla volò sospesa nell’aria per più di 30 secondi percorrendo circa 1 miglio ( 1,6 km ).
C’è da sottolineare che per prepararsi al golf lunare il famoso astronauta fece “pratica” sulla terra allenandosi in un bunker ed indossando la tuta spaziale che pesava cca. 200 libbre ( 90 kg. Cca ). Ora il ferro 6 ( che era smontabile per facilitarne il trasporto e l’utilizzo ) è custodito in bella mostra al USGA Golf Museum di Liberty Corner, N.J. al quale Shepard lo ha donato prima di morire ( 1998) . Victoria Nenno , storica presso la USGA , ha dichiarato che il ferro donato dall’astronauta è “ uno dei manufatti più popolari del museo, se non il più popolare “ , e fa concorrenza al così detto “Calamity Jane “ ( famoso putter di Bobby Jones ) ed all’altro di Ben Hogan conosciuto come “ ferro da stiro” : entrambi esposti in quel museo per deliziare un pubblico di appassionati.
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