Ultime considerazioni sul recente Open d’Italia alla sua 77a edizione tenutasi dal 22 al 25 Ottobre scorso sul campo Chervò Golf a San Vigilio di Pozzolengo (BS) e che ha visto vincitore l’inglese 38 enne Ross McGowan , alla sua seconda vittoria sull’European Tour
Riconosciamo alla Federazione Italia Golf il grande merito di essere riuscita a far giocare anche quest’anno l’Open d’Italia . Non era semplice – in modo particolare per il periodo che stiamo vivendo e con il poco tempo a disposizione per organizzare una gara di questo livello – approntare le misure di sicurezza ed i servizi necessari da erogare a giocatori ed accompagnatori , soprattutto con personale in larga in parte su base volontaria.

E’ stata sicuramente una gara ‘ sui generis’ con i giocatori nella bolla confinati in sicurezza per non rischiare il contagio e senza pubblico. I pochissimi fortunati presenti sono stati concordi nel commentare che l’ambiente era molto simile a quello di una gara di circolo , l’atmosfera che si respirava era infatti rilassata e molto simile alle ‘nostre’ gare che si svolgono su un percorso senza corde o divisori e senza ‘marshall’ per tenere a bada il pubblico. Sono mancate tante cose che normalmente caratterizzano un Open , ad esempio sul tee della buca uno il tradizionale annuncio dei giocatori in partenza non era salutato con la solita calorosa ovazione fatta da un pubblico di appassionati , ma solo da qualche raro e spontaneo applauso degli addetti ai lavori presenti sul campo.
Nonostante il montepremi non fosse all’altezza degli ultimi Open D’Italia ( 1 Milione di dollari contro i 7 degli anni precedenti ) la partecipazione è stata comunque di buon livello grazie alla presenza di campioni come l’inglese Lee Westwood, l’ italiano Renato Paratore, il tedesco Kaymer, l’austriaco Bernd Wiesberger e tanti altri professionisti di rilievo nel ranking mondiale. Come ampiamente divulgato il premio finale l’ha intascato l’inglese McGowan che , con l’ultimo putt, ha “ bruciato” il connazionale Canter leader incontrastato nei giorni precedenti. Tra gli italiani , meritano una segnalazione Guido Migliozzi finito 22° con -13 e Francesco La Porta al 30° posto con -12 ; ovviamente si è fatta sentire la mancata partecipazione di Francesco Molinari ancora molto impegnato con i suoi traslochi verso la California. Il golf Chervò è stato una cornice adeguata all’importanza dell’evento offrendo – ai pochi fortunati presenti – uno spettacolare unico green con due bandiere, quella della buca 9 e della 18 a ridosso delle ‘tribune’ e di fronte al bel lago con la fontana, ed il tee shot della 8 che, per passare il lago antistante, richiedeva un volo della pallina non inferiore ai 230 metri : inarrivabile quindi per la maggior parte degli amateurs !

Altra buca che ha fatto registrare una certa difficoltà è stata la 5 , un Par 3 di 215 metri con un green molto piccolo e ben protetto dall’acqua ; qui non pochi giocatori infatti hanno dovuto “ droppare “ e lo stesso McGowan, vincitore finale, ha fatto registrare un bogey il sabato e un doppio bogey la domenica. Da sottolineare l’ottimo lavoro dei green keeper e la passione di tutti coloro che, a bordo green della 18 , hanno salutato al termine della gara il vincitore durante la premiazione finale ma è altresì doveroso porre in evidenza l’impegno della European Production che ha assicurato le riprese TV dell’ evento dispiegando mezzi e persone al fine di garantire a tutti i collaboratori la necessaria ‘ bolla ’ di sicurezza nonché l’allestimento di un laboratorio di analisi in un suo truck per effettuare i test Covid-19 a tutti i partecipanti.
Per concludere va ricordato l’enorme lavoro di supporto svolto dai volontari ! Sono stati tutti encomiabili ed efficienti perché, seppur in formazione ridotta rispetto alle edizioni degli Open precedenti, hanno assicurato con regolarità e precisione tutti i servizi necessari al buon funzionamento della manifestazione : navetta per i collegamenti, aggiornamento tabelloni degli scores etc. Insomma quattro giorni di bel gioco che avrebbero meritato però sia un pubblico adeguato che una cornice di tempo migliore ed all’altezza di quella che normalmente regala il bellissimo lago di Garda in questa stagione. Ora non ci rimane che attendere l’anno prossimo quando il Tour tornerà a Roma, proprio al Marco Simone, il circolo che nel 2023 avrà anche il privilegio di organizzare l’evento golfistico più seguito al mondo : la Ryder CUP , la tradizionale sfida tra i campioni del golf europeo e quelli statunitensi. Già sin da ora non abbiamo dubbi su nostro tifo : forza Europa…