Golf italiano : la grande opportunità del dopo Coronavirus

Condividiamo e pubblichiamo la lettera che l’amico golfista Claudio Maggioni ha recentemente inviato ai vertici del Golf Italiano. Appropriata sia nella sostanza che nei modi e tempi ci ha suggerito spontaneamente – al termine della lettura –  la stessa domanda   che Primo Levi  sollevò su un tema molto più impegnativo :  ” se non ora quando ?  …”  Grazie Claudio.

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Al Presidente della Federazione Italiana Golf   Prof. Franco Chimenti

Al Presidente del Comitato Regionale FIG Lombardia   Dott. Carlo Borghi

 Bellusco, 19 maggio 2020

Egregi Presidenti, 

Sono un “amateur” di golf, sport che pratico con passione da oltre vent’anni. Una recente videoconferenza sul tema della riapertura dei Golf Club a seguito dell’emergenza da “COVID-19” mi ha offerto interessanti spunti di riflessione e ulteriormente motivato alla stesura della presente lettera.

Nel corso della videoconferenza, la moderatrice ha ricordato il significato etimologico del termine “crisi”: se nel linguaggio contemporaneo la parola ha acquisito un’accezione negativa, in greco antico essa alludeva a una “separazione”, da intendersi anche come “spazio di riflessione” e “pausa di discernimento” tra due momenti. In sostanza, nel suo senso etimologico, la “crisi” è il momento della rielaborazione, il presupposto per un miglioramento, l’occasione di una riflessione che diviene opportunità per il futuro. Orbene, proprio ora intravedo per il golf una grande opportunità di rinnovamento e l’occasione di un cambiamento sostanziale.

Il cambiamento a cui si allude riguarda l’immagine stessa del golf e la sua concezione come mero “hobby” per pochi eletti. Il golf è uno sport e una disciplina la cui funzione di utilità sociale necessita di un pieno riconoscimento. Tale riconoscimento non deve maturare solo all’esterno, ma anche – e prima di tutto – all’interno del mondo golfistico.

L’emergenza da “COVID-19” sembra aver elevato il grado di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza di preservare, a monte, la salute, attraverso la conduzione di stili di vita sani. L’elevatissimo indice di letalità delle persone con patologie preesistenti tipiche dell’età adulta (quali, ad esempio, l’ipertensione, i problemi cardiaci, il diabete, ecc.), porta a riflettere, in particolare, su una necessaria valorizzazione delle attività sportive suscettibili di preservare la salute della popolazione meno giovane (che rappresenta, come noto, una parte considerevole del nostro Paese).

Tenuto conto del contesto attuale, si ricordano almeno due caratteristiche del gioco del golf: in primo luogo, è praticabile – con riflessi positivi sul fronte della salute – anche dalla popolazione meno giovane, senza che venga meno il carattere della “competizione” insito alle discipline sportive; in secondo luogo, si svolge rispettando naturalmente la regola del “distanziamento sociale” (regola che impedisce, invece, il pieno svolgimento di molti sport di squadra).

E’ questo il momento di incentivare il golf e di valorizzarne la funzione di utilità sociale, sostenendone la pratica e rendendola più “accessibile”. Un più ampio ricorso all’attività golfistica, consentendo di incidere positivamente sulla salute fisica e mentale dei praticanti (ci sono molti e autorevoli studi al riguardo), comporterebbe benefici tangibili per l’intera collettività e per il Sistema Sanitario Nazionale. Il Governo dovrebbe, pertanto, riconoscere la funzione svolta dal golf e sostenere i circoli golfistici, al fine che possa realizzarsi una riduzione dei costi di iscrizione e di accesso ai campi, attraverso specifiche agevolazioni. Non è un caso che, negli Stati Uniti, alcune assicurazioni sanitarie consentano una riduzione del premio assicurativo per quanti dimostrino di praticare con assiduità la disciplina golfistica.

Quanto sin qui affermato non vuole certamente ridimensionare il valore dell’attività golfistica per la salute fisica e mentale dei più giovani: basti considerare l’importanza, nel gioco del golf, della disciplina, della lealtà, della resistenza fisica, della determinazione (elementi che spesso elevano il golf a “metafora della vita”, intesa come percorso costellato di ostacoli, fino al raggiungimento di un atteso obiettivo finale) per comprendere la funzione sociale dello stesso anche nei riguardi delle giovani generazioni. Per questo, si ritengono condivisibili (e sempre da promuovere) quelle azioni volte a diffondere la “cultura” golfistica presso le scuole o altri luoghi-comunità ove si svolge la personalità dell’individuo.

Il riferimento alle nuove generazioni rievoca inevitabilmente la vicinanza tra il golf e il concetto di “sostenibilità”: benché l’economia della presente lettera non consenta di approfondire la questione, è doveroso un mero accenno al fatto che la funzione sociale del golf si esprime anche attraverso l’educazione ambientale e il rispetto del “green.

Nonostante alcune recenti, significative e lodevoli decisioni assunte dalla Federazione Italiana Golf (concernenti, ad esempio, il “Tesseramento Libero” o,ancora, l’organizzazione della Ryder Cup in Italia nel 2022), il settore golfistico necessita, a livello nazionale, di un cambiamento profondo, ancora irrealizzato (ma certamente non “irrealizzabile”). Il cambiamento che si attende non è meramente “quantitativo”, ma è anzitutto “qualitativo” e passa attraverso il riconoscimento, da parte dei colleghi golfisti e delle Istituzioni, della funzione svolta dal golf nella società.

Con l’auspicio che la presente possa essere da Voi condivisa, resto a disposizione per approfondimenti e un eventuale confronto in merito.

Ringraziando dell’attenzione, colgo l’occasione per porgere i miei più distinti e cordiali saluti.

Claudio Maggioni   

Socio al Golf Brianza Country Club A.S.D. 

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