Per chi non avesse seguito la recente “querelle” epistolare tra i due soggetti – peraltro largamente diffusa dai media del settore – proveremo a fare un breve riassunto per consentire ad ognuno di formulare un proprio giudizio.. Il giorno 6 marzo GolfImpresa ( consorzio nato nel 2003 con 64 circoli di golf affiliati ) ha pubblicato una lettera – il cui testo integrale lo si ottiene cliccando qui – indirizzata ai vertici della alla Federazione Italia Golf . La lettera esordiva nella parte iniziale con due domande provocatorie :
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il Consiglio Federale in questi ultimi anni ha promosso e sviluppato il golf in Italia – nell’interesse di tutti coloro che partecipano al finanziamento dell’attività svolta dalla Federazione nel nostro Paese ( es. circoli, giocatori dilettanti e professionisti ) – secondo quanto previsto dallo Statuto Federale ?
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La Ryder Cup del 2022 ha portato e porterà una crescita del golf italiano ?
Le conclusioni del mittente a tali domande erano ovviamente di aperta critica per le strategie e la gestione effettuata da Federgolf che si è quindi resa responsabile di risultati molto negativi quali :
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numero tesserati in diminuzione ed inferiore alla media espressa degli altri Paesi Europei
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patrimonio dell’ultimo Bilancio della F.I.G. quasi azzerato per finanziare la Ryder Cup
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costo della Tessera per i giocatori eccessivo rispetto anche agli altri Paesi
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mancanza di una comunicazione in grado di contrastare la percezione dell’opinione pubblica che il golf sia uno sport per pochi snob e vecchi aristocratici
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calo di lavoro per i maestri ( conseguenza dei punti precedenti ) ed un marcato stato di crisi di diversi circoli con ripercussioni sul personale impiegato e sui livelli di servizio offerti
Le conclusioni del Consorzio al termine della missiva non solo si dissociavano dall’attività svolta da Federgolf ma denunciavano lo stato di inadeguatezza per quanto svolto dai vertici della Federazione. Immediata la risposta di Federgolf ( lettera del 7 Marzo il cui testo si può vedere cliccando qui ) che ha confutato le accuse argomentando – in sintesi – con quanto segue :
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negli ultimi 20 anni, grazie alle politiche di Federgolf ed al lavoro dei Circoli , i tesserati sono passati da 55.000 a 91.000
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portare la Ryder da noi contribuirà in modo determinante alla crescita del golf italiano
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la comunicazione ha avuto nello scorso anno largo spazio sui media testimoniando i successi sportivi ottenuti con 9341 uscite tra quotidiani, periodici, web, radio e TV nazionali. A ciò si aggiungono le 5 ore di diretta TV ( Golf TV, Sky sport, RAI ) per l’Open d’Italia 2019.
Quanto detto da entrambi fa nascere alcune considerazioni – che vogliamo condividere con i nostri lettori – per chi. come amateur, ama e pratica il gioco del golf in questo tormentato Paese.
Circa il primo punto ( quello del trend dei tesserati in Italia ) occorre – a nostro giudizio – mettere a confronto due periodi più prossimi e non certamente distanziati tra loro di 20 anni ! Troppo lungo il periodo citato da Federgolf con variabili che appartengono a scenari della nostra società molto eterogenei tra loro. Se così fosse perchè non fare allora un paragone sui 25 o 30 anni il trend di crescita sarebbe stata ancora più evidente ! Un giudizio più realistico lo si può ottenere solo da una analisi riferita ad un periodo più vicino e compatibile con l’anno che ha prodotto i risultati soggetti alle critiche (2019). Proprio per una analisi più veritiera abbiamo quindo messo a confronto i dati degli ultimi sette anni ( ma anche con 10 il risultato non sarebbe cambiato ) ottenendo in tal modo una sintesi efficace del trend di tesserati rappresentata dal grafico pubblicato a lato : la linea di tendenza è certamente negativa.
Circa il secondo punto . Per l’effettiva débâcle del Patrimonio lasciamo alle valutazioni degli interessati che potranno visionare il Bilancio 2019 della F.I.G. cliccando il link qui collegato. Noi ci limitiamo a rilevare che nel Conto Economico dell’ Esercizio 2018 due voci ( Contributi Coni e Tesseramenti ) sono predominanti su tutte le altre incidendo – da sole – per oltre il 78% sul totale delle Attività ; da notare come i “Contributi Coni” alla fine toccano anch’essi le nostre tasche.
Circa il terzo e quarto punto (costo tessera e comunicazione scarsa ed inefficace). A parità di servizi offerti il costo della tessera è aumentato di oltre il 30% nell’ultimo anno, mentre la comunicazione promossa da F.I.G. si è per larga parte focalizzata sulle vittorie del nostro grande Francesco Molinari e sull’evento dell’Open d’Italia; poco o nulla è stato fatto in altre direzioni.
Circa l’ultimo punto ( calo lavoro maestri e sofferenze finanziarie per molti circoli ). Lo stato di crisi del nostro paese e gli eventuali errori della Federgolf si sono certamente sommati a quelli commessi da diversi imprenditori del settore che, nonostante tutto, perseverano nel’attuare una politica di nicchia rivolta più alla conservazione dei propri tesserati che all’apertura verso nuove platee di potenziali clienti con offerte innovative ed adeguate ai target.
Circa la Ryder. Una scommessa di difficile interpretazione con alcuni punti di debolezza, ma questo è un’altro discorso che vedremo in seguito augurandoci peraltro che abbia un grande successo e sia da stimolo alla ripresa economica del settore e dell’intero Paese.
Al termine la conclusione più ovvia per commentare lo stato di crisi del golf italiano ci pare quella che responsabilizza ( con diversi pesi e misure ) tutte le componenti dello scenario : la crisi “strutturale” del Paese Italia ed in parte anche dell’Europa, la mancanza o l’inefficacia di politiche svolte a supporto del settore nonché le strategie di poco peso da parte dei due contendenti. Ognuno si faccia il proprio esame di coscienza ed eviti di vedere gli appassionati di golf come un target fine a se stesso e “da spremere” , ma bensì come un’opportunità per sviluppare e divulgare questo sport meraviglioso visto con scarso interesse dai più.
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