Certi di fare cosa utile a tutti i golfisti e non che frequantano il nostro Blog ospitiamo , come in passato, suggerimenti e riflessioni della mental coach Sonja Caramagno ( @SonjaCaramagno ) sotto il titolo ” la percezione del nostro score”. L’articolo è stato ricavato dal #12 della rubrica il “ Il Golf nella testa “ ( dello scorso 20 settembre ) pubblicata periodicamente dal Blog Golfando ( TGCOM24) . Per saperne di più sull’ attività svolta dalla mental coach Vi invitiamo a cliccare sull’immagine a lato che mostra l’estratto di una sua intervista rilasciata a Golf Television . ( Note sull’autrice a fondo pagina )
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Caro golfista, non sarei nuova se ti dicessi che il golf è un po’ come la vita. Il percorso di 18 buche spesso rispecchia il modo
in cui affronti le bellezze e le difficoltà di ogni giorno. Prova ad immaginare ogni buca come una nuova attività in cui cimentarsi, una scadenza da rispettare o una bella novità da accogliere. Qual è la tua reazione per quanto ti succede o per quanto hai deciso di far succedere? Con quali occhi osservi ciò che ti capita? Ti faccio due esempi. Il primo: tutti abbiamo un amico che, alla prima difficoltà al lavoro o in casa, si butta giù e si lamenta perché non riuscirà mai a venirne fuori come vorrebbe. Il secondo: lo stesso amico non si cimenta in quello che desidererebbe fare perché vede solo ostacoli, difficoltà e paure. Tornando al golf, a tutti, è spesso capitato di osservare golfisti lamentarsi dando calci alla sacca dopo un putt che ha sbordato. Oppure abbiamo visto giocatori prendersela con il ferro che in quel colpo non si è comportato come avrebbe dovuto. Oppure, peggio ancora, si sono ricoperti di improperi e insulti per una decisione tattica presa e non andata a buon fine.
Per il tuo ego “il campo ti deve qualcosa” . Cosa pensi quando sei testimone di questi comportamenti? E quando ne sei protagonista? Se ci rifletti, a guidare quei comportamenti e quelle azioni è la parte più razionale di noi, quella con il compito di controllare le pulsioni e le esigenze di una persona, ovvero l’ego. L’ego pertanto sente che il campo gli debba qualcosa perché qualche mese prima lo ha girato abilmente. Sempre l’ego sente sia che il ferro gli debba qualcosa perché lo ha allenato ogni giorno in campo pratica con discreti risultati che un certo score sia un atto dovuto. In questo modo il nostro ego non solo si esprime in modo caotico e confuso, ma si mette così al centro che ci allontana da tutto il resto. E’ esattamente questa la via esatta per proseguire il tuo giro o per esprimere al massimo il tuo gioco? Cosa ottieni esprimendo quel comportamento? A cosa stai dando voce? Ti sarà già capitato di capire perché lo hai sperimentato, che non è la via della forza o dell’arroganza a farti ottenere le cose, ma la via è un’altra.
Il corpo è più saggio della mente. Prova pertanto ad allontanarti dal risultato. Non a dimenticarlo sia chiaro, ma a percepirlo come il frutto del tuo comportamento, del tuo gesto tecnico e della tua performance fisica. Poi apriti all’ascolto del tuo corpo, che grazie alla ripetitività del gesto tecnico, è molto più saggio della tua mente. Focalizza poi la tua attenzione sulla pallina, l’unico oggetto che di fatto ti potrà far progredire, e alla fine amplia i sensi su tutto ciò che ti circonda. E soprattutto apriti e accetta con fiducia che non tutto è direttamente sotto il tuo controllo (ambiente circostante, compagni di flight, durezza del green). E’ lì che fai la differenza.
Il corpo, grazie alla ripetitività del gesto, è molto più saggio della mente.
Cambia quindi la percezione di come si ottengono le cose e i risultati e al posto dell’ego prova a far giocare l’io più autentico e più profondo che agisce perché sente, non pretende e non giudica. In fin dei conti, il golf come la vita è ogni volta un’esperienza di crescita tecnica ma soprattutto personale.
22/09/19 (Sonja Caramagno)
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Note su Sonja Caramagno
( Sonja Caramagno è una Mental Coach con credenziale PCC (Professional Certified Coach) conseguita con l’International Coach Federation, la più grande associazione al mondo di coaching. Ha studiato con Timothy Gallwey ed è parte integrante del Team nella “The Inner Game School” in Europa . Laureata in Economia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, oltre che per lo sport, si occupa di coaching per dirigenti, manager e quadri. Membro del Comitato Direttivo di International Coach Federation Italia e nel 2019 project leader della International Coaching Week; dal 2017 è coach della classe dei “Talents” del Marco Simone Golf Club e dell’Under 18 della US Primavera Rugby Roma. In ambito sportivo oltre al golf, segue atleti del karate, del judo, del tennis, del nuoto, dello sci. Per il golf si è specializzata nel connubio tra swing, respiro e coerenza cardiaca.)
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