Già proprio così, Francesco Molinari ha vinto il suo primo Major ed è entrato a pieno merito nella storia del golf mondiale. Il bacio che ha dato al momento della premiazione alla Claret Jug ( il trofeo
che caratterizza questa competizione ) è certamente liberatorio se si considera che il risultato è stato ottenuto su uno dei campi più difficili al mondo – il Carnoustie Golf Links in Scozia – dove quest’anno si giocava dal 19 al 22 Luglio il The Open Championship ( o British Open ) fondato nel 1860 e che da molti anni è entrato a far parte dei tornei di golf del PGA Tour. Il percorso del Carnoustie è considerato da tutti i più grandi intenditori e tecnici di golf di una difficoltà estrema testimoniata dalla presenza di bunker uguali a voragini e da un vento che – con raffiche improvvise dal mare confinante con il campo – costringe i giocatori ad un gioco inusuale per tecnica di colpi e per strategia.
La gara fa parte di uno dei quattro Major ( così sono infatti definiti i 4 tornei più prestigiosi di golf al mondo ) che si tengono annualmente con scadenze diverse; tre sono negli USA : in Aprile il The Masters, in Giugno lo U.S. Open, in Agosto il PGA Championship ed il quarto a Luglio – The British Open ( o The Open Championship) nel Regno Unito su campi definiti annualmente. Molti i campioni che si sono aggiudicati anche più di un Major nello stesso anno ma nessuno sino ad ora è riuscito a primeggiare in tutte e quattro le competizioni nello stesso anno per tentare di realizzare così un obiettivo che è il sogno di tutti i giocatori professionisti di golf : il Grande Slam. C’è da dire che il risultato di Molinari è straordinario in quanto nessun italiano era mai riuscito a vincere una gara dei Major; nel 1995 ci eravamo avvicinati con il grande Costantino Rocca che però , sempre in Scozia sul campo di St. Andrews, perse alla fase finale di playoff contro il folcloristico ed imprevedibile statunitense John Daly.
Ci ha pensato ora il nostro 35enne campione di Torino che questa volta ha chiuso i 4 giri con 276 colpi ( – 8 sul PAR del campo ) battendo “ mostri “ di indiscussa fama e capacità quali sono appunto
quelli che gli hanno conteso il titolo sino all’ultimo e che occupano il parterre de rois delle classifiche mondiali di golf. La leaderbord finale del British Open è stata pertanto quella pubblicata a lato e che conferma contro quali fenomeni del golf mondiale il nostro Francesco ha dovuto lottare : Tiger Woods, Justin Rose, Rory McIlroy e via così. Una impresa che passerà quindi alla storia del golf e che ha fatto schizzare il nostro “ Chicco “ al 6° posto del ranking mondiale tra più forti giocatori professionisti in attività.
Voglio concludere sottolineando il fatto che per Francesco Molinari i tempi per vincere un Major erano maturi proprio perchè dall’inizio dell’anno ad oggi aveva confermato performances straordinarie di gioco dovuta sicuramente ad un impegno serio e costante teso anche a migliorare quello che in passato era stato il suo tallone d’Achille : il gioco del putt sul green. Una conferma a ciò la si ha dal palmarès dei suoi più recenti risultati ottenuti quest’anno : a maggio vince il BMW PGA Champioship a Wenthworth , in giugno si piazza secondo all’Open d’Italia, allo US Open sul diabolico percorso di Shinnecock Hills si piazza 25°, in luglio ancora primo al Quicken Loans Nartional sul percorso del TPC Potomac nel Maryland, ed infine il secondo posto al John Deere Classic proprio la settimana prima di questo strepitoso risultato ottenuto in Scozia. Una collana di successi impressionante che lo ha posto sul palcoscenico del golf mondiale in modo permanente e che mi auguro possa essere anche utile a divulgare e far praticare in Italia questo meraviglioso sport sopratutto tra i più giovani.
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