Acaya : quando il golf di nicchia è incomprensibile.

 

Agosto, finalmente al mare ! Un Salento che offre con generosità due tipi di mare bellissimi, una cucina semplice piena di tradizioni e sapori, un cielo ed un ambiente ricco di storia immerso in una natura che incanta. Cosa vuoi di più ? “ Beh, ovviamente il golf .” Le distanze e la scarsità dei campi in zona mi impongono l’ Acaya al quale arrivo dopo circa 1 h di auto. Regolarizzo il green-fee ed il noleggio della sacca e, visto l’importo, mi viene subito voglia di chiedere se fanno una rateazione; niente da fIMG_1687are , vogliono tutto cash ! Scopro poi che clima e lunghezza del percorso suggeriscono “caldamente” di utilizzare anche il cart la cui spesa si aggiunge alle precedenti rendendo, in tal modo, sempre più plausibile la mia richiesta iniziale … ma, ahimè, non ho altra scelta che pagare e sforare pesantemente il mio budget.  A questo punto non posso evitare però di chiedermi le ragioni di una politica commerciale così fortemente orientata a limitare e scoraggiare l’accesso al campo a tutti i giocatori che non sono ospiti dell’Hilton Resort peraltro confinante con il percorso. Confesso , mio malgrado, che non sono stato in grado di trovare una risposta a questa mia curiosità .

Mentre mi avvio al tee della 1 scopro che nella sacca non ci sono palline. Ingenuamente pensavo che il bundle (green fee, sacca, cart ) includesse almeno qualche pallina .. “ No ” mi dicono in segreteria , e mi indicano il piccolo pro-shop a lato del bancone dove una signora mi propone confezioni di palline nuove a prezzi mediamente tripli di quelli di mercato; propendo allora per le palline usate il cui prezzo mi è comunicato senza un minimo accenno di vergogna : 12 palline usate 25 euro ! Il quoto della divisione è più di 2 euro per pallina..

Finito di giocare su un campo che non tradisce le mie aspettative (almeno questo) , mi reco alla locker-room e vengo informato dal barman che gli asciugamani – contrariamente alle consuetudini – debbono essere richiesti in segreteria , dove infatti mi reco per ritirare la dotazione che mi lascia però alquanto perplesso per come si presenta : sgualcito e di un colore grigio indefinito…il caldo ed il sudore accumulati mi consigliano di procedere ugualmente con una doccia che , per  essere degna conclusione della giornata , non offre alcun dispenser per il sapone !

Al termine faccio le mie rimostranze in segreteria su costi sostenuti e tipo di servizio offerto e lascio il mio telefono per essere contatto dal direttore  “ al momento sul campo “ .

Ricevo la chiamata a sera inoltrata e – dopo aver sentito il mio racconto degno del miglior Fantozzi – il responsabile si scusa cercando di metterci una pezza con un invito riparatore. Ma, che dire ? Non me la sono sentita di accettare l’invito sopratutto dopo aver raccolto giustificazioni del tipo “ Mi dispiace..” , “ Non sapevo..”, e così via. Ancora adesso infatti mi chiedo : ma se non lo sapeva lui , chi avrebbe dovuto saperlo ?

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 linkedin(saf – 10/08/2016)
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Una risposta a Acaya : quando il golf di nicchia è incomprensibile.

  1. Paolo Maccagnan ha detto:

    Condivido completamente. L’anno scorso ho giocato in quello stesso campo noleggiando una sacca da mancino. In questa mancavano ben tre ferri importanti che hanno compromesso enormemente il piacere del gioco.
    Ho fatto presente che avevo percorso ben 1200 chilometri per andare a giocare in quel campo con conseguenti spese di aereo taxi albergo e quant’altro. Sì sono limitati a rendermi i 70 € del noleggio dei ferri.
    L’anno prima ero andato a Lanzarote dove con 65 € ho noleggiato una sacca da mancino nuova di zecca con ferri di prima qualità per una settimana.

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