Dino Buzzati, il grande giornalista e scrittore italiano del quale ho pubblicato in un articolo precedente il suo pensiero sul golf, esponeva con chiarezza il motivo della bellezza e del fascino di questo sport : il diretto ed intimo contatto che il giocatore ha con la natura. Un contatto particolarmente apprezzato dall’uomo che cerca così di colmare il ” profondo distacco ” avvenuto con la natura specialmente in questi ultimi decenni.
L’analisi è condivisibile in toto ma vorrei completarla aggiungendo, per quanto mi riguarda, un’altra motivazione molto importante e nella quale penso che molti giocatori di questo bellissimo gioco si ritroveranno. E tale motivazione è la sfida con il campo. Sì, una sfida che si rinnova ogni volta, sia che giochi da solo o in una gara con altri che diventano peraltro avversari di secondo livello, perché il tuo avversario di primo livello – quello da battere comunque e sempre – è lui : il campo. E’ con lui infatti che ti misuri ad ogni singolo colpo di drive o ferro, è con i suoi green ed i suoi ostacoli che devi fare sempre i conti, confrontandoti in prima persona ed autodenunciandoti nel punteggio. Lui, il campo, è sempre lì, ti aspetta e ti si concede sempre quasi con provocazione, rinnovando così ogni volta la sfida per una conquista che solitamente ha due risultati alternativi : vittorioso e felice o perdente ed incazzato nero.
Ed il bello è che quasi sempre lo avverti dall’inizio il feeling che avrai quel giorno con il campo , già dalle prime buche capisci come andrà : dal suono dei primi drive o ferri.. sì perché non c’è più neanche bisogno di guardare la pallina mentre si alza e vola via, lo capisci ancora prima di ultimare il colpo con il tuo backswing, lo capisci dal suono dell’impatto quanto quel colpo sarà bello od infelice. E quindi tutto dipende da te, soltanto da te, dalla tua forma fisica e dal tuo modo di operare le
scelte giuste lungo il percorso ( qual è il ferro migliore da usare per quel colpo, verso quale direzioni puntare per ottenere il piazzamento migliore per il colpo successivo , capire in anticipo come evitare le insidie ed i trabocchetti naturali o artificiali che via via si frappongono fra te ed il green, etc.) rispettando le regole del gioco e quelle del campo, e facendo ricorso a tutta la tua capacità di concentrazione che dovrà essere mantenuta per tutta la durata della tua performance. Lo sfidante, il campo, non ammette infatti distrazioni , non ti perdonerà nulla e quindi se i tuoi pensieri durante il percorso ti dovessero portare chissà dove , anche solo per un attimo, peggio per te…. pagherai certamente questa lieve mancanza con un risultato deludente. E poi attenzione a non farsi distrarre troppo dalla bellezza della natura che ti circonda o dai disegni armoniosi che ti si offrono man mano che prosegui , attento a non considerare nessuna buca una “passeggiata”, perché potresti perdere parte della concentrazione e restare fregato, pagando il tutto con due o tre colpi sopra quelli che avresti dovuto fare per quella specifica buca o addirittura chiuderla con una ” X”.
Ed alla fine se il giro non è andato come speravo c’è di buono però che io, come molti altri amici che praticano questo meraviglioso sport, allevio la sofferenza e mi consolo pensando già immediatamente alla prossima sfida che farò con lui, il campo, e che avrà per me un forte sapore di una rivincita : ci rivediamo presto amico mio, e allora sì che ti farò vedere cose turche !!
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(saf – 14-10-15)