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Tommy Armour: campione con un solo occhio

Si può diventare grandi campioni anche con menomazioni fisiche che farebbero credere l’opposto ? Una delle testimonianze più valide per rispondere ” sì ” a questa domanda è quella di un grande golfista del secolo scorso : Tommy Armour..

Armour e la mostarda

Francia, 1916: un ragazzo scozzese di 21 anni indirizzato ad una carriera finanziaria combatte la Grande Guerra, uno tra i tanti feriti ma uno dei pochi a farlo sulle nuove “Scatole di metallo” inglesi: i carri armati. Sui tavoli di Inghilterra e Scozia in cui cresce Tommy Armour la mostarda non manca, salsa pungente che urta l’olfatto ma che nella 1° Guerra Mondiale colpisce la pelle: il “Gas Mostarda” lo acceca. Durante l’esplosione dei pezzi di ferro nel cranio e nella spalla accompagnano la cecità, quando si toglie la benda Tommy ci vede da un occhio (quasi un miracolo) ma il metallo nell’articolazione resta… però non lo limita.

Golf o non golf ?

Agli scozzesi non si possono togliere lo “Scotch” ed il golf e quindi i medici lo fanno bere (non troppo) ma le mazze se le deve dimenticare. Tommy Armour risponde vincendo il French Amateur 1920. Stessa terra che gli ha tolto metà della vista ma che ha propiziato una carriera intera.
Tommy si lascia tutto alle spalle, anche se con la destra è più difficile, e va negli Stati Uniti dove trova lavoro al Westchester-Biltmore Club, vicino a New York. Conquista diversi tornei amatoriali e si ben comporta nei Majors Amateur. Lui però non è un golfista, non vuole esserlo.
Gli studi di finanza lo aiutano nell’accumulare una piccola fortuna con la borsa valori, ma l’America non sopporta l’ingordigia irrazionale (quando i fast-food non c’erano ancora) e Armour perde nel 1924 i soldi guadagnati. Sotto consiglio di Walter Hagen, uno dei più grandi golfisti dell’epoca, Tommy decide di seguire i suoi richiami scozzesi: diventare un giocatore professionista.

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L’Open Championship ad un campione di modestia.

Si è conclusa il 18 Luglio scorso la 149ma edizione dell’ Open Championship giocata – come consuetudine – al Royal St. George’s a Sandwich nel Kent in Inghilterra. Questo torneo di golf maschile chiude la stagione 2021 ed è l’ultimo dei 4 incontri conosciuti come “ i Majors “ ; i tre che lo precedono sono : in Aprile The Masters ( Augusta National Golf Club di Augusta in Georgia), in Maggio PGA Championship ( negli USA) e quindi in Luglio lo U.S. Open ( sempre negli USA). Questa edizione si sarebbe dovuta giocare dal 16 al 19 Luglio 2020 ma è stata annullata a causa della pandemia COVID-19.

Ha vinto Collin Morikawa, un 24enne giocatore americano di origini giapponesi che alla quarta giornata ha superato il più famoso golfista sudafricano Louis Oosthuizen risultato peraltro sempre in testa nelle tre giornate precedenti. Il giovane campione ha chiuso il torneo con 265 colpi totali (67,64,68,66) che significano ben 15 colpi sotto il par. Il suo ultimo giro ha dell’incredibile con 4 birdie dei quali tre consecutivi alla 7,8 e 9. Oosthuizen ha finito il torneo in terza posizione, superato anche dallo statunitense Jordan Spieth e raggiunto dallo spagnolo Jon Rahm a – 11.

La vittoria di questo giovane campione non è completamente inaspettata poiché nel 2020 si era affermato come miglior esordiente nel Major PGA Championship ed aveva ottenuto altresì due importanti affermazioni nel PGA Tour. L’ultimo caso , prima del suo, di un giocatore che al suo debutto nel British Open si è portato a casa la Claret Jug risale al 2003 quando l’americano Ben Curtis sorprese tutti con la sua vittoria.

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Coppacassouela 2018 : dopo il sette viene l’otto..

Sembra un racconto dell’impossibile, una storia inverosimile, ma purtroppo è realmente accaduta e conferma, ove ce ne fosse bisogno, che il golf è uno sport crudele perchè non perdona nulla ed alla fine premia solo il migliore score realizzato sull’intero percorso di 18 buche, indipendentemente da come il risultato sia stato ottenuto o dal giusto bilanciamento del  mix delle tre voci che  dovrebbero determinarlo    : capacità tecniche, concentrazione e forma fisica, fortuna. Inutile esibire colpi o strategie da applausi sulle singole buche in modo alterno o discontinuo , alla fine il punteggio totale ottenuto dal giocatore e trascritto sullo score è l’unica cosa che conta e che decreta il vincitore. Questa considerazione ovvia e realistica solitamente suggerisce ai giocatori una risposta prevedibile alle solite esclamazioni tipo  “grande ”… “, bel colpo” o quant’altro di complimentoso ci riservano  compagni o avversari dopo uno swing degno di nota; tale risposta è sempre del del tipo : “ allora scrivi bravo sullo score ..” proprio a voler sottolineare il fatto che nel golf ciò che conta è solo il risultato ottenuto nel suo insieme grazie al mix delle componenti citate , ove però talvolta siamo costretti a constatare come  la fortuna si è resa più determinante rispetto alle restanti voci che dovrebbero contribuire allo score finale. Continua a leggere

Francesco Molinari trionfa al Major di Carnoustie : un successo annunciato.

Già proprio così, Francesco Molinari ha vinto il suo primo Major ed è entrato a pieno merito nella storia del golf mondiale. Il bacio che ha dato al momento della premiazione alla Claret Jug ( il trofeo che caratterizza questa competizione ) è certamente liberatorio se si considera che il risultato è stato ottenuto su uno dei campi più difficili al mondo – il Carnoustie Golf Links in Scozia – dove quest’anno si giocava dal 19 al 22 Luglio il The Open Championship ( o British Open ) fondato nel 1860 e che da molti anni è entrato a far parte dei tornei di golf del PGA Tour. Il percorso del Carnoustie è considerato da tutti i più grandi intenditori e tecnici di golf di una difficoltà estrema testimoniata dalla presenza di bunker uguali a voragini e da un vento che – con raffiche improvvise dal mare confinante con il campo – costringe i giocatori ad un gioco inusuale per tecnica di colpi e per strategia.

La gara fa parte di uno dei quattro Major ( così sono infatti definiti i 4 tornei più prestigiosi di golf al mondo ) che si tengono annualmente con scadenze diverse; tre sono negli USA : in Aprile il The Masters, in Giugno lo U.S. Open, in Agosto il PGA Championship ed il quarto a Luglio – The British Open ( o The Open Championship) nel Regno Unito su campi definiti annualmente. Molti i campioni che si sono aggiudicati anche più di un Major nello stesso anno ma nessuno sino ad ora è riuscito a primeggiare in tutte e quattro le competizioni nello stesso anno per tentare di realizzare così un obiettivo che è il sogno di tutti i giocatori professionisti di golf : il Grande Slam. C’è da dire che il risultato di Molinari è straordinario in quanto nessun italiano era mai riuscito a vincere una gara dei Major; nel 1995 ci eravamo avvicinati con il grande Costantino Rocca che però , sempre in Scozia sul campo di St. Andrews, perse alla fase finale di playoff contro il folcloristico ed imprevedibile statunitense John Daly.

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