
Tony Jacklin

Ryder Cup

Jack Nicklaus
Il concetto è semplice: quello che c’è fuori non deve influenzare il gioco, ma il gioco e quello che trasmette deve poter influenzare ed ispirare gli altri. Nel nostro percorso di vita ( sportiva e non ) troviamo di tutto, si perde e si vince ed il golf – sotto questo aspetto – è un palcoscenico che non nasconde nulla e che alla fine ti dice quanto vali in quel momento, senza finzioni o mezzi termini. Il nostro bellissimo sport , a differenza di altri aspetti della vita e di altre discipline , non devrebbe mai farti mancare il rispetto per il tuo avversario che – proprio come te – si è battuto sino alla fine secondo le regole del gioco ed impegnandosi al massimo.
Moltissimi sono gli episodi che il Golf ci racconta propio sul tema del rispetto degli avversari e di ciò che gli inglesi chiamano Fair Play e che , come sappiamo, specialmente nello sport va oltre la traduzione letteraria di ” Gioco Corretto ” ; giocare con Fair Play significa infatti giocare secondo una serie di regole dettate da un codice di comportamento che mette al primo posto il rispetto di sé stessi, degli altri e delle regole, oltre agli ideali dell’amicizia e dello spirito sportivo.
Tra i numerosi aneddoti sul Fair Play golfistico vorrei condividerne – con i lettori appassionati e praticanti di questa nostra disciplina e che ancora non lo conoscono – uno molto significativo che conferma inquivocabilmente la grandezza e la sportività di uno dei più grandi campioni del golf mondiale : Jack Nicklaus. Riavvolgiamo allora il nastro ed andiamo alla finale della Ryder Cup del 1969 sul green del Birkdale Golf Club di Southport dove si stanno sfidando – per la Ryder cup – le selezioni americane e britanniche rispettivamente guidate dai due capitani-non giocatori Sam Snead ed Eric Brown. Il clima è stato fortemente teso per tutto il weekend e non sono mancati comportamenti antisportivi da entrambe le parti alimentando così una tensione altissima percepita sia dal pubblico che tra i giocatori dell’ultima giornata finale .
Azioni da parte dei giocatori di entrambe le squadre e piccoli trucchi messi in atto per innervosire l’avversario sono ormai diventati una routine e più volte i due capitani hanno dovuto impegnarsi in prima persona per ” raffreddare ” gli animi dei contendenti. Con questa tensione si è finalmente arrivati all’ultima buca dell’ultimo match play sul 15½ pari. A giocarsi il tutto sull’ultimo putt ci sono ora solo Jack Nicklaus, ventinovenne americano al debutto nella Ryder, e Tony Jacklin, venticinquenne inglese già alla sua seconda partecipazione alla Ryder Cup.

Nicklaus non sbaglia il suo putt e , dopo aver imbucato la sua ultima pallina e senza consultarsi col capitano Sam Snead, decide di “concedere” un putt da 70 centimetri al suo avversario, risparmiandogli con ciò l’ultimo tiro e dandoglielo per buono, tiro che valeva il pareggio e che Jacklin avrebbe anche potuto sbagliare regalando la vittoria agli Stati Uniti.
Bene, torniamo ora ai tempi nostri dicendo che il gesto fu del tutto simbolico poichè – in caso di pareggio – il trofeo sarebbe comunque rimasto agli Stati Uniti in quanto da regolamento ne erano già i detentori ; ma ciò non toglie nulla al grande Fair Play mostrato da Jack Nicklaus verso il suo avversario Tony Jacklin. Certo è che il tutto non fu senza conseguenze o polemiche : si sollevarono infatti una montagna di critiche da parte di molti verso l’americano : parte del pubblico , dalla stampa e media americani e dallo stesso capitano Snead. Jack Nicklaus rispose a tutti esponendo in modo chiaro le ragioni della sua scelta : “.. la Ryder Cup non può decidersi con un solo putt, gravando esclusivamente sulle spalle di un giocatore... ” . Fu un gesto che consolidò poi un’amicizia divenuta ” leggendaria ” tra i due grandi giocatori tanto da portarli successivamente ad inaugurare nel 2009 un bellissimo campo di gioco progettato e finanziato da entrambi vicino a Sarasota in Florida : The Concession Golf Course. Mai nome fu più appropriato per un campo da golf che dovrebbe essere una tappa obbligatoria per tutti quei giocatori che considerano il Fair Play nel golf e nella vita roba d’altri tempi…. Buon Gioco e Buona vita a tutti.
PS . Per chi vuole vedere proprio quei colpi finali ( immortalati dalle cineprese ) consigliamo di cliccare sull’immagine a lato per il collegamento con YouTube.
…. Sergio A. Fabbri ( per ilmiogiocodelgolf ) ….