Golf : tesseramento e libero mercato

Un recente articolo apparso sul Golfando pubblicava e commentava l’intervento di un lettore golfista che voleva testimoniare il suo disagio intervenuto a seguito dei commenti – che definire maleducati è un eufemismo – sollevati dal segretario di un circolo di golf sul fatto che il giocatore avesse preferito il tesseramento online anziché rinnovare l’iscrizione al suo Circolo come associato ; cosa quest’ultima che, visto il cattivo andamento del Circolo stesso nel precedente esercizio, lo aveva peraltro coinvolto nel pagamento di una quota aggiuntiva del tutto inaspettata.

In sintesi l’esposizione del nostro golfista sollevava due temi importanti per il mondo degli amateurs circa il tesseramento : il primo è che se ti associ ad un Circolo potresti essere chiamato a contribuire , nel caso di perdite, al ripianamento del debito d’esercizio ( di contro – nel caso di utili – non partecipi ad alcuna riscossione ), il secondo sottolineava il fatto che se da tesserato libero passi ad iscriverti come socio di un club, ti viene negata – nel caso di ripensamento nel successivo anno – la possibilità di tornare al tesseramento libero per almeno tre anni. Questa ultima norma , dettata dalla Federazione Italiana Golf (FIG) , sembra proprio anacronistica e riflette una politica suggerita più dalla volontà di porre lacci e lacciuoli al mercato libero che da una effettiva necessità di monitorare o sviluppare interessi e nuovi iscrizioni necessarie invece per far conoscere e divulgare questo meraviglioso sport che da anni mostra , in modo inequivocabile, un trend di sviluppo piatto sia nelle classi degli “anta” che in quella dei giovani . Proprio questi ultimi dovrebbero essere invece stimolati ad avvicinarsi a questa disciplina – peraltro ricca di valori educativi – grazie a politiche di marketing adeguate che sappiano però anche esprimere prezzi allineati alle loro possibilità senza contrapporre a tutto ciò gli interessi dei Circoli che restano , a tutti gli effetti, imprese private alla ricerca – giusta e sacrosanta – del proprio profitto. Ma il profitto – in un mercato libero e non di ” beni primari “come quello del golf – non lo si ottiene impedendo e limitando le scelte a qualcuno , bensì favorendo invece – grazie a politiche di intervento misurate in tal senso – lo sviluppo delle capacità imprenditoriali nel formulare offerte attrattive da parte dei Circoli verso una platea potenzialmente numerosa ed eterogenea per classi di età , interessi e capacità economiche quale è appunto quella presente nel nostro Paese ; il tutto modulando una offerta calibrata per i target che si vogliono raggiungere . Un mercato libero quindi nel quale la concorrenza fra i tesseramenti sia “ sempre “ senza costrizioni e non soggetta a “protezioni ” e favoritismi calati dall’alto.

Occorre dire anche che la scelta del tesseramento alternativo tra Circoli, online e libero non sempre è dettata dal motivo economico – che resta comunque un punto importante per molti e soprattutto per i giovanissimi – ma può essere originata anche da altri fattori non collegati al tema dei costi. Non c’è dubbio che l’arena del golf nella quale si debbono muovere ed incontrare i diversi interessi richiede agli operatori del settore capacità organizzative e di governo disegnate e realizzate da menti sagaci e competenti in materia , così come il fatto che il tutto necessiti dell’attenzione e dello sviluppo di una azione politica adeguata soprattutto da parte di chi sovraintende e governa politicamente il mondo dello sport in Italia; diversamente tutti gli attori che operano ed appartengono al mondo del golf italiano continueranno solo a sopravvivere … così come peraltro fanno da anni. A proposito, chi è l’attuale ministro dello sport in Italia ?

…. Sergio A. Fabbri ( per ilmiogiocodelgolf ) ….

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