Due sono i tradizionali e più conosciuti circuiti di golf che registrano ogni anno la partecipazione dei migliori giocatori del mondo chiamati a contendersi, gara dopo gara, i generosi montepremi messi a disposizioni da brand molto affermati e che trovano in questo sport uno dei migliori canali per veicolare la loro immagine sul mercato. I due circuiti sono organizzati e gestiti rispettivamente dalla PGA TOUR e dall’European Tour ; la prima , con sede negli Stati Uniti, definisce i principali tornei di golf negli stati di quella nazione mentre la seconda, fondata nel 1972 e con sede in Inghilterra, si occupa dell’European Tour. Le due organizzazioni, pur in concorrenza tra loro, si sono – sino ad ora – divise in modo pressoché incontrastato gli introiti dei media, della pubblicità e delle molte altre voci che regolarmente concorrono a formare i loro opulenti budget annuali. Ma ora qualcosa sta cambiando grazie sopratutto all’interesse che i ricchi sauditi hanno riservato al mondo del golf e che li vede infatti impegnati a promuovere, con inizio dal 2022, un terzo circuito golfistico di alto livello molto attrattivo per i grandi giocatori grazie ai ricchi montepremi messi in palio nonché alla formula di gioco innovativa : La Premier Golf League (PGL).
Ognuna delle 18 gare previste si giocherà su tre giornate per un totale di 54 buche (anziché le 72 del PGA ed ET che si svolgono su 4 giorni ) e potranno partecipare solo i primi 48 giocatori della World ranking che si contenderanno i montepremi senza alcun tipo di taglio e con la formula shotgun; infine le 18 competizioni dovrebbero tenersi principalmente negli Stati Uniti ed a seguire Europa, Arabia e Oriente. Le cifre, manco a dirlo, sono degne dei ricchi petrolieri arabi : oltre 220 milioni di dollari per anno con 10 milioni di dollari per gara ( due per il vincitore) ed al termine altri 10 milioni andranno a chi avrà realizzato il miglior punteggio sull’intero torneo.
Certo è che la reazione della PGA TOUR non si è fatta attendere , ha infatti informato i giocatori che non potranno partecipare contemporaneamente al loro circuito ed a quello della PGL e su questa strada è anche avviato l’European Tour. Inoltre entrambe le due organizzazioni hanno messo in evidenza i predominanti interessi sauditi all’interno della società che sta organizzando questa nuova Premier Golf League ( la londinese World Golf Cup) ed a confermare ciò il fatto che tutto sia avvenuto in concomitanza con il Saudi International tenutosi recentemente in questo Paese – dominato peraltro da una monarchia assoluta islamica – al quale però non hanno partecipato due grandissimi campioni del golf mondiale : Tiger Woods e Rory McIlroy; entrambi infatti hanno voluto tenersi alla larga dal Paese responsabile dell’omicidio del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi. Certo è che per il futuro non è difficile fare previsioni sul numero dei giocatori che aderiranno alla PGL , infatti non stento a credere che molti saranno interessati verso queste nuove gare per il semplice motivo che i soldi in palio sono veramente tanti e le già scarse remore dimostrate da qualcuno per quanto accaduto nel 2018 al giornalista dissidente si dissolveranno completamente dietro l’abbondante pioggia di dollari messa a disposizione. Sorge spontaneo chiedersi che c’entrano questi campioni del golf mondiale col fatto che Jamal Khashoggi , apertamente dissidente verso il regime del proprio paese, sia entrato in una ambasciata saudita e non ne sia più uscito ? E’ un problema che li riguarda ? Ebbene , vista la reazione registrata sia dalla politica che dall’opinione pubblica e dal mondo del golf su quanto accaduto, non sono certo che la coscienza di ogni giocatore e di ognuno di noi saprà dare la giusta risposta..
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