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Il golf non ama la violenza Mr. Trump

Ci aggiorniamo sul mondo del golf d’oltre oceano grazie ad  alcuni siti  online pubblicati nel Paese a stelle e strisce. Sono voci molto accreditate su tale materia e che offrono  ai propri lettori una varietà notevole di servizi o rubriche di qualità che scaturiscono grazie alla grande professionalità degli autori  e delle case editrici nonché alla vasta platea degli appassionati  di questo sport  esistente in quella grande nazione. Tra le più affermate testate online e maggiormente seguite occupa un posto di rilievo   Golf Digest – fondata nel 1950 da John F. Bamett ed attualmente di proprietà del gruppo Discovery – che vanta una adesione di pubblico di rilevanza mondiale e che comprende non solo amateurs ed appassionati di golf ma anche i moltissimi addetti ai lavori residenti sia negli USA che in tutte le altre  latitudini del mondo. La rivista, per chi non la frequenta in modo assiduo,  pubblica diverse rubriche e servizi ormai divenuti tradizionali e che hanno fatto storia nel giornalismo sportivo,   diventando così  un punto di riferimento ed ispirazione per molti  siti o Blog di golf  presenti nel mondo. Sono una testimonianza  del nostro giudizio  le famose ed ormai classiche rubriche riferite alle classifiche sui “ I 100 migliori campi in America” o “ nel mondo” , le “ hot list “  formulate per  segnalare le  migliore attrezzature offerte dai produttori ( ferri, legni, driver etc. ) nonché una “Schools” che impartisce  – grazie a noti istruttori e giocatori di fama mondiale – suggerimenti e insegnamenti relativi sia alla tecnica di gioco che alla fase preparatoria o  per tenersi in forma.  Tutte sezioni molto interessanti che consigliamo ai nostri lettori non trascurando altresì quella dei “ MOST  VIEWED ” che propone articoli di successo – a firma delle migliori penne del giornalismo sportivo di quel Paese – su fatti ed avvenimenti che hanno attinenza con il mondo del golf.  E proprio in quest’ultima rubrica è stato pubblicato in data 7 Gennaio un articolo firmato dal noto giornalista John Feinstein che, per l’argomento trattato e per il fatto che è rimbalzato su moltissimi Blog del settore ( anche noi non vogliamo esimerci  ) , sta sollevando molti commenti da parte dei lettori ed appassionati di golf : diversi sono positivi e di adesione alla proposta suggerita  dallo scrittore alla PGA of America  mentre altri  si caratterizzano con una forte  critica verso tale iniziativa; ma vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

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La vignetta di Michael de Adder su Trump, i morti e gli imbecilli.

  1. Su questo mio blog mi sono sempre ripromesso di ignorare tutto ciò che fosse inerente o vicino al tema della politica dedicandomi esclusivamente a diffondere l’interesse e la passione per il golf. Faccio una eccezione questa volta perchè il ‘prurito’ della mia coscienza è talmente forte che mi costringe a ‘ dire la mia ‘  e condividerla con i lettori  su un fatto che reputo meriti una reazione.

Molti di noi hanno visto recentemente la foto – pubblicata sui social e media di tutto il mondo – del giovane papà messicano Oscar Alberto Martinez Ramirez e di sua figlia di 23 mesi morti bocconi in un abbraccio disperato sulla sponda del Rio Grande a conclusione del loro tentativo di attraversarlo per entrare clandestinamente negli Stati Uniti. Uno scatto che strazia il cuore e che rinnova alla coscienza di ognuno tanti interrogativi e riflessioni. Ebbene quella foto è stata presa a spunto dal noto cartoonist canadese Michael de Adder per ricavarne una vignetta e pubblicarla via Tweet sul suo profilo lo scorso 26 giugno, poco dopo che la tragedia dei due morti si era conclusa. Ovviamente il tema è stato sottolineato dal bravo disegnatore con l’evidenza che meritava ed  allo scopo di risvegliare l’umanità assopita di un mondo che oggi sembra diventato quasi irreale per  quanta scarsa attenzione e sensibilità ha verso la sofferenza del nostro prossimo. Infatti la rappresentazione di Trump, noto giocatore di golf, che chiede il passo ai due cadaveri giacenti sul “suo golf course” è molto efficace ed a mio giudizio raggiunge perfettamente lo scopo di riproporre un tema così importante e complesso attraverso una satira che, proprio per sua natura, deve essere pungente, provocatoria e libera. Continua a leggere