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La Cannabis nel golf

La Cannabis senza THC (sostanza psicotropa) sta diventando di uso sempre più comune nel golf e tra i giocatori più importanti: gli effetti benefici sembrano tangibili e la sostanza non è inserita tra quelle proibite dalla PGA.
Il motivo per cui si fa uso di questo tipo di Cannabis è il CBD, metabolita responsabile degli effetti rilassanti ed antidolorifici.
Proprio queste due ultime funzioni sono di grande aiuto per diversi golfisti che utilizzano e sponsorizzano prodotti contenenti CBD, tanto che in alcuni Pro-shop si sta iniziando a vendere la Canapa senza THC.

Bubba Watson

Il golfista che maggiormente sostiene l’utilizzo della sostanza è Bubba Watson, consumatore abituale e uomo-sponsor della cbdMD: azienda che gli fornisce i prodotti da lui utilizzati. Lo stesso Watson ha ribadito gli effetti benefici della canapa senza THC in un’intervista alla CNN: ” Riduce le mie infiammazioni e mi fa svegliare più riposato, con due bambini piccoli in casa è necessario avere delle energie velocemente.” (Sulla visiera di Bubba si trova lo sponsor cbdMD.)

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Genesis Open 2018 : vince, tra le lacrime, un grande Bubba Watson

Bubba Watson

Bubba Watson ha vinto l’importante tappa del Genesis Open a calendario del PGA Tour dal 15 al 18 Febbraio sul percorso del Riviera Country Club di Pacific Palisades ( Los Angeles, California ) , un par 71 con difficoltà incredibili  offerte ai giocatori sia dal tracciato del campo che dai green la cui ‘ lettura ‘ era pressoché impossibile. Ha realizzato il punteggio da primato di 272 colpi nei 4 giri (68 70 65 69, -12) giocando in modo perfetto e secondo il suo standard migliore. Ho seguito a tratti le giornate precedenti ma ho invece gustato per intero la giornata finale in quanto trasmessa da Sky. Il percorso ha impegnato i campioni con colpi che per un appassionato di golf possono solo suscitare entusiasmo ed ammirazione, così come gli aspetti umani dei grandi giocatori in campo che , particolarmente in gare così impegnative, vengono posti in grande evidenza. Una conferma a ciò la si è avuta dall’improvviso pianto di Bubba Watson quando, dopo aver fatto l’ultimo path con il quale si è aggiudicato il trofeo, ha abbracciato il proprio caddie e si è lasciato andare alle lacrime in modo irrefrenabile. I motivi di tale comportamento , secondo il parere degli esperti che hanno commentato la prestazione, sono due : il primo – facile ed intuibile – nasce dal fatto che il 39enne giocatore di Bagdad (Florida) aveva accumulato una tensione altissima per tutti i 4 giorni di una gara giocata con una concentrazione unica contro grandissimi campioni, mentre il secondo ( per me più significativo del precedente ) è stato quello di essere uscito da un tunnel imboccato alcuni anni fa e che lo aveva portato ad essere quasi dimenticato dal mondo dei grandi professionisti di golf. Infatti dal 2014 Bubba non aveva più vinto alcuna gara di rilievo ed era caduto in una depressione che gli aveva fatto valutare seriamente – per sua stessa ammissione – la possibilità di smetterla con il golf ed ‘ appendere ‘ le scarpe al chiodo; e tutto ciò nonostante un palmares invidiabile : due Masters ( 2012 e 2014 ), le partecipazioni con la squadra statunitense alla Ryder cup nel 2010, 2012 e 2014, e non ultimo la conquista di  ben 10 titoli nel  PGA Tour. Continua a leggere