Si è appena chiuso un anno ed è tempo di bilanci anche per il golf italiano. Il 2023 è stato caratterizzato dalla Ryder Cup organizzata e giocata dal nostro Paese e, stando alle statistiche ed ai commenti espressi dai vertici del CONI, della Federzione Italiano Golf (FIG) e da larga parte della politica e della stampa specializzata , l’evento ha registrato un grande successo ed ha procurato al mercato di riferimento ed all’indotto nostrano ( produttori, sponsor, commercianti etc. ) indubbi benefici economici proprio per il grande flusso di presenze sopratutto streniere . Non resta ora che tradurre e pubblicare le cifre in euro – da parte degli organi competenti ( CONI, FIG tc.) – di questo successo.

Restiamo in attesa quindi che i risultati vengano espressi in cifre di dettaglio , rispondendo ad alcune ovvie domande sollevate dagli addetti al settore ed appassionati : Quale e quanto è stato l’introito di cui hanno beneficiato sia l’indotto che il settore ? Quanto sarà il beneficio per le casse dello Stato (entrate fiscali per intenderci .) ? Quale è stata la tanto attesa variazione del numero di nuovi iscritti alla FIG ? Mentre per le prime due domande possiamo solo attendere i dettagli che vorranno fornirci , per l’ultima – quella cioè che la Ryder avrebbe avuto un effetto “ trainante ” sul numero dei nuovi tesserati e sullo sviluppo del settore possiamo già avere delle risposte che purtroppo però non vanno nella direzione delle aspettative, più che ottimistiche , formulate prima che l’avventura Ryder Cup si realizzasse. Oggi appare certo che per l’anno 2023 ( quella della Ryder per l’appunto ) i risultati ottenuti sono stati negativi sia per il numero dei tesserati alla FIG che per quello riferito più in generale al settore ; si è registrata una netta diminuzione degli iscritti sull’anno precedente ( – 552 ) e contemporaneamente a ciò la chiusura di ben 10 impianti sul territorio nazionale. C’è da dire che il tutto si è verificato – a nostro avviso – nonostante lo zelo impiegato da CONI e FIG ( in particolare da Giancarlo Montali, direttore del progetto Ryder Cup ) per garantire il successo e la buona gestione di quella che è universalmente riconosciuta come una tra le più importanti manifestazioni sportive del mondo. Come contraltare ai successo Ryder ci sono però i dati maturati nell’ultimo quinquennio dal settore :
| Anni | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 |
| Iscritti FIG | 89.734 | 86.954 | 91.956 | 93.274 | 92.722 |
| Impianti Golf | 386 | 370 | 363 | 367 | 357 |
Certamente il 2023 è stato deludente se riferito alle aspettative ma , prima di trarre delle serie conclusioni, occorre chiedersi se le aspettative fossero realistiche o meno , sopratutto in rapporto ai dati espressi negli anni passati circa il nostro mercato potenziale; e su questo punto occorre fare una riflessione che ci aiuti a capire la realtà del golf italiano e del suo trend e le ragioni delle palesi difficoltà che questo sport incontra, da sempre , ad espandersi nel nostro Paese.
Il trend : da chi è praticato.
Il numero degli iscritti , nell’ultimo decennio ( 2014 – 2023) , non ha mostrato variazioni o mutamenti tali che possano certificare una soddisfacente e duratura espansione del golf in casa nostra. I dati ci dicono che il numero dei tesserati nell’ultimo decennio è oscillato tra gli 89.000 e 94.000 confermando, se valutato nel suo divenire, un trend poco significativo in termini di variazioni percentuali : è stata infatti del 5% la forbice entro la quale le variazioni hanno fluttuato nell’ultimo decennio; non giustificati ed inadeguati quindi i trionfalismi o le delusioni espresse ad ogni fine anno da coloro che , per una ” manciata ” di tessere in più o meno, applaudono o esprimono condanne. Più giusto sarebbe valutare il trend del golf italiano degli ultimi anni potendolo in rapporto al mercato potenziale.

Per aiutarci a capire il mercato dei ” consumers ” italiani proviamo a valutarne la composizione per età. La realtà mostra come il Golf ” nostrano ” sia costituito da una base puttosto monolitica di praticanti che, se analizzata per classi di età, si sintetizza nel grafico a lato dove la parte del leone appartiene ai Senior e Supersenior con una incidenza del 66% sul totale.
Il golf Italiano è pertanto praticato principalmente da pensionati ed over 60 in larga parte di sesso maschile. Oltre a ciò occorre considerare che non tutti coloro che sono tesserati frequentano con regolarità i campi di gioco. I grandi assenti sono i giovani.
Il trend : dove è praticato.
Anche eventuali approfondimenti o analisi di dettaglio che si volessero fare per ogni singola Regione non sposterebbero di molto le considerazioni generali ( eccezione fatta per Emilia R., Marche e Lazio ) che emergono dalla tabella successiva raggruppata per macro-aree.
- L’ Area Nord è quella che include le Regioni più ricche e più popolate del nostro Paese e che mantiene il maggior numero di tesserati
- Quella che registra il numero più basso di iscritti si riferisce alla parte più povera del Paese : L’Area Sud.
- L’Area che ha perso – in percentuale – il maggior numero di tesserati è L’Area Sud
- Il trend dell’incidenza percentuale delle singole Aree sul totale è pressochè simile anche per gli anni del decennio precedente , nonostante qualche fenomeno riferito alle domiciliazioni ma di trascurabile significato.
| Tesserati | ||||
| Aree | 2022 | 2023 | variazioni | Mix |
| Area Nord ( Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli, Piemonte, Valle D., Liguria, Emilia R.) | 69.347 | 69.213 | -0,2% | 75% |
| Area Centro ( Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche ) | 20.047 | 20.176 | + 0,6% | 22% |
| Area Sud . ( Campania, Molise, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna ) | 3.880 | 3.333 | -14% | 3% |
| 93.274 | 92.722 | – 0,6% | 100% | |
Il trend : l’andamento degli impianti per Area
Un altro elemento molto importante oer capire lo stato di salute del nostro golf è quello che si riferisce all’evoluzione del numero di impianti ( Campi di gioco e Campi pratica ) avvenuta sia nel breve termine ( 2023 su 2022) che nel medio ( il quinquennio 2023 – 2019 ). Anche in questo caso i dati pubblicati sul sito della FIG li abbiamo raggruppati al fine di ottenere una sintesi più semplice e di immediata lettura.
| Impianti ( Campi e Campi Pratica) | ||||
| Aree | 2023 | 2022 | 2019 | Mix % 2023 |
| Area Nord ( Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli, Piemonte, Valle D., Liguria, Emilia R.) | 237 | 245 | 251 | 66,4% |
| Area Centro ( Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche ) | 86 | 87 | 94 | 24,1% |
| Area Sud . ( Campania, Molise, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna ) | 34 | 35 | 41 | 9,5% |
| Totali Impianti Variazioni 2022 su 2023 Variazioni 2019 su 2023 | 357 – 10 - 29 | 367 | 386 | |
Lasciamo alle considerazioni di ognuno i commenti ed i giudizi sui dati pubblicati che comunque non possono prescindere dalle seguenti osservazioni :
- Nell’ultimo anno ( nonostante la Ryder Cup) hanno cessato la loro attività 10 impianti
- Nell’ltimo quinquennio hanno cessato la loro attività ben 29 impianti
- Tutte le tre Aree hanno confermato un trend di decrescita degli impianti nel quinquennio 2023-2019 seppur con differenti incidenze : l’Area Nord ne ha persi 14 pari al 5,6% degli impianti esistenti nel 2019 , il Centro ne ha persi 8 pari al 8,5% , mentre il Sud ha registrato la chiusura di 7 Impianti che incidono però con meno il 17% di quelli presenti nel 2019
Il Golf Italiano e quello Europeo
Il tutto risulta poi impietoso se raffrontiamo i nostri dati con quelli degli altri Paesi Europei . Appare evidente la nostra ” pochezza ” che ci pone tra gli ultimi Paesi per numero di tesserati-praticanti in rapporto alla popolazione residente . Che ci ” bagnino il naso ” Germania, Francia, Inghilterra , Scozia e Irlanda ci può stare , anche perchè queste nazioni hanno maturato una lunga tradizione nel golf e vantano altresì una popolazione maggiore o poco lontana dalla nostra ( 59.000.000 ), ma che altri Paesi - che contano invece una popolazione di pochi milioni di persone ed appartengono per larga parte all’area del Nord Europa ( Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia, Olanda ) – possano vantare un numero di praticanti nettamente superiore al nostro e con un mix non sbilanciato solo sui Senior e Supersenior diventa per noi indigesto da digerire . A ciò si aggiunge il fatto che altre nazioni europee hanno saputo , con abilità, sviluppare il tema del golf all’interno di un progetto ” Turismo “ più ampio e che tale iniziativa li sta premiando da tempo per numero di presenze turistiche sui campi da golf per numero di iscritti migliorando nettamente il loro PIL ; esempi significativi in tal senso sono Spagna, Portogallo, Irlanda , Galles, Turchia etc. Da anni ci si chiede perchè anche in Italia – che peraltro possiede al centro sud e sulle isole un clima e condizioni ideali per attrarre un turismo golfistico di qualità per tutto l’arco dell’anno – non si possa pianificare ed avviare una seria strategia da parte della politica centrale in sinergia con quella locale e con gli organi sportivi preposti – tale da favorire lo sviluppo economico di quelle aree. Certo, al Sud noi “vantiamo” fenomeni come mafia, ndrangheta e camorra ed altri malanni quale una burocrazia di origine borbonica radicata negli enti pubblici colà residenti che altri paesi europei non hanno , ma non possiamo credere che ciò sia la ragione di una atteggiamento così rinunciatario e poco lungimirante adottato sino ad oggi dalla politica e dagli enti sportivi interessati.
Conclusioni

Al più che deludente andamento di questi ultimi anni , che conferma come il golf non abbia attecchito da noi , fa da testimonial la FIG il cui bilancio 2022 mostra una perdita pari a 1.643.376,28 €.
Invitiamo coloro che volessero approfondire l’analisi di tale documento a visitare il sito FIG al seguente link : https://www.federgolf.it/wp-content/uploads/2023/12/FIG-Bilancio-consuntivo-2022.pdf e nel contempo è doveroso – da parte nostra – esprimerci sul risultato dicendo che le perdite saranno ripagate - ancora una volta – da una catena di Sant’Antonio che parte dalla FIG ed arriva in modo mirato ed esclusivo alle tasche di coloro che pagano le tasse; saranno soltanto questi ultimi infatti, sia che si dilettino di golf o meno , che dovranno coprire le perdite attraverso la “fiscalità generale”. E’ altresì utile proporre ai lettori due piccole tabelle, estratte tra le molte che fanno parte del bilancio, e che ci aiutano a capire quali siano state le scelte gestionali di ” go-to-market ” attuate dalla FIG. La prima si riferisce alle entrate che alimentano la Federazione e che per il 2022 evidenziano come, al netto dei finanziamenti straordinari ottenuti per la Ryder e presenti nella voce Contributi Sport e Salute , i ricavi di maggior consistenza sono quelli derivati dai tesseramenti ( 8.439.407 ).


La seconda appartiene più alla strategia sviluppata dalla FIG sul territorio nazionale e riassunta per l’appunto sotto la voce Attività Sportive. Essa mostra come la scelta sia stata quella di puntare e favorire le Attività Sportive Centrali ( guidate dalla sede di Roma) a discapito di quelle che avrebbero dovuto attuarsi verso le Strutture Territoriali che offrono un potenziale più vasto.
Insomma, per concludere, ci pare doveroso riconoscere altresì che il golf non è uno sport amato e conosciuto dagli italiani , al contrario di altri Paesi che registrano un largo interesse e tanti praticanti anche tra i più giovani. Pur non godendo di una lunga tradizione , perchè importato in epoca piuttosto recente, dobbiamo purtroppo constatare che esso è pressochè assente nelle aree più povere del Paese, dove avrebbe invece grandi opportunità per fare crescere le economia locali. Laddove è in qualche modo presente ( nelle Aree del Nord più ricche ) ha trovato una ‘adesione da parte di quei Senior e Supersenior che possono permetterselo in termini di tempo e di costi e che comunque non risultano essere così numerosi se posti in relazione al numero dei pensionati presenti nell’Area. Un ulteriore elemento che ha indubbiamento influito sul trend degli iscritti è quello del reddito medio raggiunto nel nostro Paese specialmente se confrontato con quello di molti altri paesi europei : il golf e la sua pratica non hanno un costo cosi trascurabile specialmente se posto in raffronto con il costo che gli amateur sostegono per molti altri sport (calcio, tennis etc.). Se non si considerano poi alcune sporadiche iniziative dei Circoli di golf accompagnate da qualche rara azione di volontariato dobbiamo constatare che poco o nulla è stato fatto per portare il golf all’attenzione dei giovani in modo significativo ed omogeneo su tutto il territorio nazionale attraverwso una offerta di markenting che avrebbe dovuto porsi l’obiettivo di individuare ed adeguarsi alle loro necessità : una realtà completamente trascurata alla quale non si possono contrapporre le rare eccezioni rappresentate da numero irrisorio di ragazzine/i che hanno una matrice comune quale è quellla di appartenere ad una famiglia benestane e con almeno un genitore giocatore.

Al termine di quanto sopra esposto ci pare ovvio confutare le aspettative ottimistiche espresse ante Ryder dai rsponsabili FIG e di cui abbiamo accennato in precedenza : risultano infondate se poste in relazione ai risultati ottenuti negli ultimi anni. Da tutto ciò si può facilmente dedurre che - se non cambiano strategie e politiche ( con seri dubbi al riguardo vista la ricandidatura dell’intramontabile presidente Prof. Franco Chimenti – 85 anni ed al timone della Federazione dal 2002 ) – il trend resterà uguale : un andamento deludente per l’appunto fatto di scelte gestionali che non vanno nella giusta direzione e producono purtroppo perdite a carico di tutti.
Buon golf e buon anno a tutti.
Sergio A. Fabbri per 
5 risposte a “Golf italiano : un trend deludente.”
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Complimenti per il preciso articolo! Virrei far notare che alla passivita’ del bilancio FIG si aggiungono quelle delle due partecipate di cui FIG e’ socio unico, che sono ASD GOLF NAZIONALE e GOLFED SRL. Con le passivita’ di queste due ultime il risultato negativo a fine 2022 dichiarato con la pubblicazione dei bilanci a novembre 2023, raggiunge i circa 2,5 milioni di Euro. Se si considera che tutti e tre i bilanci di GOLFED SRL e quelli del GOLF NAZIONALE sono da piu’ anni negativi e i cui passivi vengono ripianati dal socio unico FIG, e’ lecito pensare di sottoporre le tre entità ’ alla verifica da parte della Corte dei Conti e del conseguente necessario immediato commissariamento della FIG.
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Nella mia qualità di Consigliere federale della FIG e in difesa della stessa mi sento in dovere di chiarire a tutti i lettori nonché al sig. Pandolfini, ben noto in Federazione per una sua breve e non felice collaborazione, il cui epilogo negativo è forse motore delle critiche mosse in modo tanto avventato quanto scomposto, che il risultato d’esercizio riportato nel bilancio federale include già le perdite delle sue partecipate.
Nel dettaglio specifico, le perdite delle partecipate di cui alla pag. 8 della Nota Integrativa al Bilancio 2022 (https://www.federgolf.it/wp-content/uploads/2023/12/FIG-Bilancio-consuntivo-2022.pdf) risultano integralmente coperte dagli oneri diversi di gestione di cui alla pag. 20 della medesima nota integrativa, oneri che concorrono alla formazione del risultato finale.
Il commento del sig. Pandolfini è quindi frutto d’incompetenza? Se così fosse ci attenderemmo una immediata rettifica.
Qualora invece l’errore fosse frutto di malafede ci vedremo costretti a rappresentare l’accaduto alle competenti autorità giudiziarie in difesa del buon nome e della reputazione della Federazione, gravemente lesi, per l’ennesima volta, dal sig. Pandolfini.
A questo punto, ringraziando il sig. Pandolfini dell’opportunità di chiarimento fornita, rimaniamo tutti in attesa della sua risposta: è incompetenza o malafede?"Mi piace""Mi piace"
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Non evito la domanda del signor Pacelli, non sono un commercialista e probabilmente ho realmente commesso in assoluta buonafede l’errore di sommare le tre negatività. Sono in ogni caso corrette le informazioni sui tre bilanci che indicano ognuna la rispettiva chiusura del 2022. E in ogni caso permane la situazione negativa di Bilancio della FIG.
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Meglio evitare le polemiche che avvelenano i tavoli di lavoro, dove invece si dovrebbero valutare serenamente i risultati raggiunti e le strategie più giuste da applicare per il.medio e lungo termine..
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Mentre i medici si consultano, il paziente muore . Questo antico proverbio descrive perfettamente la situazione attuale del Golf in Italia . Il Golf è morto e sepolto , in Italia , ovviamente . https://www.golfpeople.eu/
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Complimenti per il preciso articolo! Virrei far notare che alla passivita’ del bilancio FIG si aggiungono quelle delle due partecipate di cui FIG e’ socio unico, che sono ASD GOLF NAZIONALE e GOLFED SRL. Con le passivita’ di queste due ultime il risultato negativo a fine 2022 dichiarato con la pubblicazione dei bilanci a novembre 2023, raggiunge i circa 2,5 milioni di Euro. Se si considera che tutti e tre i bilanci di GOLFED SRL e quelli del GOLF NAZIONALE sono da piu’ anni negativi e i cui passivi vengono ripianati dal socio unico FIG, e’ lecito pensare di sottoporre le tre entità ’ alla verifica da parte della Corte dei Conti e del conseguente necessario immediato commissariamento della FIG.
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Nella mia qualità di Consigliere federale della FIG e in difesa della stessa mi sento in dovere di chiarire a tutti i lettori nonché al sig. Pandolfini, ben noto in Federazione per una sua breve e non felice collaborazione, il cui epilogo negativo è forse motore delle critiche mosse in modo tanto avventato quanto scomposto, che il risultato d’esercizio riportato nel bilancio federale include già le perdite delle sue partecipate.
Nel dettaglio specifico, le perdite delle partecipate di cui alla pag. 8 della Nota Integrativa al Bilancio 2022 (https://www.federgolf.it/wp-content/uploads/2023/12/FIG-Bilancio-consuntivo-2022.pdf) risultano integralmente coperte dagli oneri diversi di gestione di cui alla pag. 20 della medesima nota integrativa, oneri che concorrono alla formazione del risultato finale.
Il commento del sig. Pandolfini è quindi frutto d’incompetenza? Se così fosse ci attenderemmo una immediata rettifica.
Qualora invece l’errore fosse frutto di malafede ci vedremo costretti a rappresentare l’accaduto alle competenti autorità giudiziarie in difesa del buon nome e della reputazione della Federazione, gravemente lesi, per l’ennesima volta, dal sig. Pandolfini.
A questo punto, ringraziando il sig. Pandolfini dell’opportunità di chiarimento fornita, rimaniamo tutti in attesa della sua risposta: è incompetenza o malafede?
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Non evito la domanda del signor Pacelli, non sono un commercialista e probabilmente ho realmente commesso in assoluta buonafede l’errore di sommare le tre negatività. Sono in ogni caso corrette le informazioni sui tre bilanci che indicano ognuna la rispettiva chiusura del 2022. E in ogni caso permane la situazione negativa di Bilancio della FIG.
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Meglio evitare le polemiche che avvelenano i tavoli di lavoro, dove invece si dovrebbero valutare serenamente i risultati raggiunti e le strategie più giuste da applicare per il.medio e lungo termine..
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Mentre i medici si consultano, il paziente muore . Questo antico proverbio descrive perfettamente la situazione attuale del Golf in Italia . Il Golf è morto e sepolto , in Italia , ovviamente . https://www.golfpeople.eu/
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